Nuova isola per conferire i fanghi. Individuati 70 ettari di fronte a Fusina
Accordo tra Provveditorato e Porto. Potrà accogliere fino a 6 milioni di metri cubi di sedimenti. Tresse operative anche dopo i rilievi Anac
Francesco Furlan
Escavi per milioni di metri cubi di fango ma senza un posto dove poter conferire quelli che, anche con il nuovo protocollo Fanghi, non potranno essere utilizzati per riconfigurare le barene o altri interventi in laguna. L’isola delle Tresse, quasi satura, garantisce il conferimento per un residuo stimato in circa 700 mila metri cubi. Ma sulle procedure di conferimento sono puntati gli occhi dell’Autorità nazionale Anti-corruzione (Anac) che ha evidenziato alcune criticità e mosso rilievi di illegittimità nella cornice del Project financing con la società Tressetre del gruppo Mantovani la cui concessione scadrà il 31 dicembre del 2026. Il Porto sta cercando una via d’uscita, si è affidato a un collegio consultivo tecnico e, d’intesa con Anac, sta cercando di venirne fuori. Oggi l’unica alternativa possibile è conferimento al Molo Sali, ma nel futuro ce la realizzazione di una nuova isola.
Provveditore (Tommaso Colabufo), presidente del Porto e commissario alla Crociere (Fulvio Lino di Blasio) hanno sottoscritto un accordo con il quale individuano un’area di fronte a Fusina, a Sud dell’attuale isola delle Tresse. In queste ore sulla gazzette ufficiali italiana ed europea verrà pubblicato il bando da 3,2 milioni di euro per la progettazione del nuovo sito di conferimento, delimitato a ovest da una scogliera e a est dalla laguna.
L’isola avrà una capacità complessiva di almeno 6 milioni di metri cubi di fanghi (con una gestione dei dragaggi prevista fino al 2038) e una superficie di 70 ettari di cui 60 saranno utilizzati per il riempimento. L’attuale isola delle Tresse, per fare un confronto sulle dimensioni, è di circa 100 ettari.
La realizzazione dell’opera costerà 31 milioni di euro. Un primo stralcio funzionale prevede il la possibilità di conferire 3 milioni di metri cubi di fanghi e avrà un costo di 17 milioni di euro, risorse nella disponibilità del commissario (Crociere e Montesyndial). Il bando in pubblicazione in queste ore prevede la redazione di un progetto di fattibilità tecnico-economica che dovrà essere sottoposto alle procedure per l’autorizzazione ambientale (Via e Vinca). Il nuovo protocollo fanghi modifica i criteri di classificazione dei sedimenti lagunari, introducendo oltre alle analisi chimiche anche quelle eco-tossicologiche.
Se da un lato i costi di caratterizzazione dei sedimenti saranno molto più alti - aumenteranno di quattro volte - dall’altro il nuovo protocollo permetterà di riutilizzare in laguna molti più sedimenti di quanto fosse possibile in passato, circostanza molto criticata dagli ambientalisti. Per poter riutilizzare i sedimenti è necessario però attendere l’approvazione del Piano morfologico, che ancora non c’è. «I dragaggi sono connaturati all’esistenza stessa della città», ha sottolineato di Blasio, «per questo è necessario individuare un luogo per il loro conferimento. L’accessibilità è essenziale per garantire la vitalità socio-economica della città».
Nella nuova isola, che è ancora senza un nome, potranno essere portati i fanghi degli escavi realizzato da porto, commissari, e anche da privati.
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