Nicoletta Moro stroncata da un tumore a 56 anni, la toccante lettera della figlia
L’ex impiegata della Bpt ha donato le cornee. Offerte al Cro di Aviano. Lascia i genitori e la figlia Alessia di 21 anni
Rosario Padovano
Addio a Nicoletta Moro, 56 anni, ex impiegata dell’ufficio commerciale della Bpt di Cinto Caomaggiore, stroncata da un tumore, dopo un anno di cure. Originaria del rione di viale Trieste a Portogruaro, lascia la figlia Alessia, 21 anni, studentessa. Nicoletta dona le cornee.
«I suoi occhi potranno vedere attraverso un’altra persona» hanno spiegato la mamma Renata e il padre Giovanni. Nicoletta si è curata al Cro di Aviano, istituto a cui verranno devolute tutte le offerte dei funerali, fissati oggi martedì 19 settembre alle 16. 30, nella chiesa della beata Maria Vergine Regina di Portogruaro.
La vita di Nicoletta è iniziata proprio qui. Dopo gli studi si è presentata l’opportunità di lavorare alla Bpt, azienda di Cinto Caomaggiore, cittadina in cui si era trasferita, crescendo la figlia Alessia.
Dopo la chiusura definitiva della Bpt, la cui sede era stata nel frattempo trasferita nella vicina Sesto al Reghena, Nicoletta Moro ha svolto lavori saltuari, in particolare nel settore delle pulizie. Quindi la scoperta della malattia e il lungo ciclo di cure. Negli ultimi giorni la situazione è precipitata, fino al decesso.
Straziante il ricordo della figlia Alessia, che ha voluto ricordare la mamma con una lettera. «Ciao mamma. Non riesco a parlare a voce ma ti scrivo con il cuore, quel cuore che ora non c’è più perché te lo sei portato via con te. Tranquilla tienilo, e se te lo porti al petto potrai sentire l’infinito amore che provo per te e che arriva da quaggiù fino a dove stai approdando tu ora, un posto privo di sofferenze e dolori. Se chiudo gli occhi per un secondo vedo ancora il tuo sguardo sereno e quei tuoi occhi verdi che mi guardano per un istante a dirmi quello che tu non riesci a dire: ti amo».
Generosa, affabile, molto volenterosa, Nicoletta Moro non aveva altri pensieri, se non l’amore per i genitori e la crescita dell’unica figlia.
«Scusa mamma» prosegue Alessia «se non sono stata una figlia modello e ti ho spesso messo da parte credendo che tu fossi eterna, scusa se spesso ho scaricato su di te cose di cui non dovevi farti carico. Terrò sempre chiuso e ben custodito nello scrigno della mia mente e del cuore tutti i bei momenti passati assieme a ridere e a parlare. Ora sono stesa sul letto, con la tua foto tra le mie braccia. Fuori è ormai buio e la mia anima distrutta è avvolta alla tua. Il vento è forte e so che sei tu che mi stai accarezzando, per scaldarmi da questo freddo che sento dentro».
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