Addio Renzo Barbuio, gestiva il Centro Ippico di Bibione
L’imprenditore è morto a 66 anni. Nello stesso giorno si è spento Alberto Bortoletto, artigiano di Giussago
Rosario Padovano
Due importanti e conosciuti imprenditori morti nel giro di poche ore. Addio a Renzo Barbuio, 66 anni, gestore del Centro Ippico Valgrande, comunemente chiamato Centro Ippico di Bibione; e all’artigiano Alberto Bortoletto, 63 anni, imprenditore artigiano del settore idraulico, storico dirigente della Polisportiva Giussaghese. Entrambi erano malati da tempo.
Renzo Barbuio è stato un imprenditore che nel suo campo ha fatto la storia di Bibione. Persona di grande spessore, ha creato, di fatto, un piccolo impero nel mondo del turismo. Il Centro Ippico della Valgrande si trova proprio in Valgrande, all’ingresso di Bibione.
Renzo Barbuio ha intuito le potenzialità della struttura, che si era posta, in anni lontani, in concorrenza con il centro ippico gestito dai conti Piccolomini, che però si trova nell’entroterra, nella zona di San Filippo.
Vi lavorava dal 1971, da quando era un ragazzino, e ha dedicato tutto il suo tempo dopo il diploma all’Itis Leonardo da Vinci a Portogruaro, sua città natale. Quando i turisti fanno il loro ingresso a Bibione non possono e non potevano non notare il centro ippico ricavato tra i boschi. Lungo la strada c’è proprio un percorso con le staccionate, simile a un campetto di dressage, dove migliaia e migliaia di turisti, nei decenni, hanno montato cavalli, animali che Renzo Barbuio amava tantissimo. Quella struttura in anni lontani era stata gestita in precedenza da suo padre, e lui l’ha ereditata. Accudiva gli animali, ci parlava, li curava con la sua maestria. Era diventato amico di tutti, a Bibione e nel territorio sanmichelino. Pure il fratello Adriano è cresciuto con la passione per i cavalli, e gestisce un centro ippico nella località concorrente, quella di Lignano.
Renzo Barbuio era sposato e padre di due figli. Dopo qualche anno era arrivata la separazione. Nei mesi scorsi ha dovuto affrontare poi un importante ciclo di cure, che gli impedivano di stare accanto ai suoi animali preferiti. Lui ne soffriva molto. Domenica il peggioramento delle sue condizioni lo ha portato alla morte all’ospedale di Treviso, lontano dal suo mondo: dai cavalli che tanto amava cavalcare e accudire e da quella località, Bibione, in cui è cresciuto come uomo e come imprenditore.
Come se non bastasse il Portogruarese deve fare i conti con un altro lutto straziante, quello di Alberto Bortoletto. Anche lui è una figura mitica. Era cresciuto a Giussago e giocava a calcio nei dilettanti, nella Giussaghese. Professionalmente Bortoletto è stato un apprezzato idraulico locale.
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