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I due volti di Riva Vena a Chioggia, da una parte la movida, dall’altra le serrande giù

La vita della parte nord contrapposta al silenzio di quella sud del centro storico. Le associazioni di categoria sono preoccupate

DANIELE ZENNARO
2 minuti di lettura

Oggi la situazione è davvero difficile, come ricorda lo stesso Diego Ardizzon, proprietario della cicchetteria in questione. «Purtroppo», dice , «paghiamo molto il fatto che l’attuale Ztl si estende da San Giacomo a Vigo, mentre la parte di corso del Popolo parallela alla fondamenta dove ci troviamo noi è aperta, per ovvi motivi, al traffico. Infatti il giovedì, quando la Ztl è estesa a tutta la piazza, noi lavoriamo molto. Bisogna però trovare delle soluzioni, perché di questo passo da questa parte di riva Vena le attività non avranno mai futuro. Servono iniziative e coraggio di investire per far risplendere anche l’area della fondamenta fino ai Salesiani».

Due zone di riva Vena e, come spesso accade in questi frangenti, due associazioni distinte, o meglio un’associazione nella parte settentrionale che raccoglie tutti i bacari ed i ristoranti presenti (una ventina di locali) e un comitato dall’altra. Il tentativo di unire le due fazioni, cosa che in un primo tempo sembrava fattibile, alle prime incomprensioni è naufragato. In mezzo c’è Ascom, l’associazione commercianti, che ha come scopo la promozione della città intera e non solo di una parte.

«Quando noi investiamo», ricorda il presidente Alessandro Da Re, «lo facciamo per promuovere l’intera città, Chioggia, Sottomarina, Isola Verde e quando mettiamo delle risorse per riva Vena lo facciamo per tutta la riva, non solo per una parte. Purtroppo la gente va dove c’è gente e in questo momento la parte settentrionale è molto frequentata, la parte meridionale è in difficoltà. Bisogna allargare le attrazioni anche nella parte a sud, per renderla più attrattiva anche per eventuale investitori. Dopo l’estate cercheremo di studiare un piano per far sì che questo avvenga. Ci vuole però la buona volontà da parte di tutti e non credo che il problema sia la Ztl, ma come proporre il prodotto riva Vena. Adesso vanno di moda i bàcari, ma anche in questo campo ci sarà una cernita, tra chi lavora bene e chi lavora meno bene».

Uno dei fondatori dell’Associazione Riva Vena, il cui presidente è Morgan Villan, uno dei primi bacari ad aprire in fondamenta, è Luigi Ranzato. «Secondo me», dice, «riva Vena sud non sta morendo, ma sicuramente meno possibilità rispetto alla parte settentrionale perché i locali per potenziali attività non hanno superfici particolarmente estese per ospitare bàcari o attività gastronomiche, perché i soffitti sono molto bassi. Cosa diversa nell’area a nord dove i soffitti dei locali sono molto più alti e si prestano a questo tipo di attività. Ne stanno aprendo un altro paio ma se dall’altra parte non ci sono queste caratteristiche la vedo dura».

Domenica prossima l’associazione Riva Vena ha organizzato “Sup in Chioggia”, ovvero l’attraversamento del canale in sup, mentre è prossimo anche il primo evento gastronomico a tema granchio blu, una delle piaghe estive che almeno i gestori dei bacari e delle cicchetteria vogliono trasformare in opportunità.

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