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Morto in moto sulla strada verso il lavoro: Alexandru, 30 anni e la passione per sport e due ruote

Il ricordo commosso dei colleghi di Bogdan Alexandru Furis, 30 anni di Olmo, operaio alla Speedline deceduto in un incidente a Mirano ad una settimana dal compleanno

Riccardo Musacco
2 minuti di lettura
Bogdan Alexandru Furis 

Non aveva ancora compiuto 31 anni Bogdan Alexandru Furis, per tutti Alessandro ormai, come si faceva chiamare anche sul suo profilo Facebook, da italiano ormai a tutti gli effetti essendo giunto nel nostro Paese da piccolo con la mamma Mirella, separata dal marito rimasto in Romania.

Il 18 settembre sarebbe stato il suo compleanno ma, purtroppo, non ha fatto in tempo a festeggiarlo, essendo rimasto esanime sull'asfalto a seguito dell'incidente di lunedì mattina a Mirano.

Diretto al lavoro

Lunedì mattina Furis si stava recando al lavoro alla Speedline di Santa Maria di Sala. Tecnologo dell’impianto di verniciatura ma, a quanto dicono i colleghi con cui lavorava, era un factotum che non si risparmiava mai, passando anche al reparto controllo qualità.

Era in forze nello stabilimento salese sin da dopo aver conseguito il diploma all’IIS Levi-Ponti di Mirano. Ad attenderlo, ci sarebbe stato un corso di formazione in azienda ma, purtroppo, sul posto, non ci è mai arrivato.

La famiglia

Mette i brividi leggere, dopo quanto accaduto, il messaggio postato in evidenza sulla sua pagina social «Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola», frase pronunciata dal giudice Paolo Borsellino parafrasando il Giulio Cesare di Shakespeare, a dimostrazione del suo modo di affrontare la vita sempre a testa alta.

Il giovane non era sposato o accompagnato né aveva figli, risiedeva con la madre e il patrigno a Olmo di Martellago, in via Monsignor Longhin ma, in precedenza avevano vissuto a Maerne dove il ragazzo aveva frequentato le scuole dell'obbligo.

La madre, che lavora a Venezia, aveva trovato qui un nuovo compagno che aveva cresciuto Alessandro come un figlio. Divenuto adulto, però, ora era Alessandro che, a sua volta, accudiva con amore il patrigno affetto da una seria disabilità.

I veicoli coinvolti nello schianto (foto Pòrcile)

 

Il lavoro

Alessandro, una volta diplomato al Levi-Ponti di Mirano, era poi entrato a lavorare alla Speedline di Santa Maria di Sala come tecnologo dell'impianto di verniciatura ma occupandosi anche di altre mansioni come ad esempio il controllo qualità, sempre con grande passione e professionalità.

Sul suo profilo Linkedin si legge, scritto in perfetto inglese, «Attualmente lavoro come operatore di impianti di pretrattamento chimico-fisico. Ho competenze nella conduzione di analisi di laboratorio, inclusa la calibrazione e la manutenzione delle apparecchiature. Sono noto per le mie eccellenti capacità interpersonali e l'attitudine al lavoro di squadra, oltre ad essere flessibile, veloce nell'apprendimento e adattabile. Il mio obiettivo è raggiungere una crescita professionale continua». A testimonianza della sua competenza e versatilità, con uno sguardo sempre al futuro verso nuove opportunità.

Dai genitori, chiusi, al momento, in un doloroso silenzio, è filtrato solamente che era una persona splendida, con la testa sulle spalle, sempre disponibile.

Le passioni

Aveva tanti amici e una grande passione per la moto e per lo sport in generale, tifava per la Juventus, in passato aveva praticato calcio ma anche tennis e ciclismo.

I colleghi di lavoro dicono di lui: «Alessandro era un bravo ragazzo, con tanta voglia di vivere la vita e che prendeva il lavoro molto seriamente. Di lui rimane la sua vitalità, la sua disinvoltura e la voglia di vivere. Mai visto un sorriso come il suo. Solare, positivo ed educato. Era un ragazzo semplice, molto educato con il quale scambiare piacevolmente due chiacchiere o una battuta».

Non si conoscono ancora i dettagli sulle esequie del giovane Alessandro, in attesa del via libera delle autorità.

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