A Venezia dieci mesi di attesa per un controllo dall’oculista
Boom di richieste di visite per disturbi alla vista: le impegnative crescono del 30% ma aumenta anche quanto c’è da aspettare
Maria Ducoli
Mai come in quest’ultimo periodo gli oculisti dell’Usl 3 hanno visto così tante richieste di controlli. Secondo il primario del reparto di Oculistica dell’Angelo, Emilio Rapizzi, l’aumento delle impegnative si attesta intorno al 30%.
Certo, in parte il boom è legato anche alla ripresa dopo la pandemia visto che in molti hanno saltato tutti quegli esami non urgenti, nel periodo in cui gli ospedali venivano considerati come poco sicuri.
«Stiamo lavorando pesantemente all’appropriatezza delle prescrizioni, spesso da noi arrivano persone che non avrebbero alcun bisogno di controlli» commenta Rapizzi, sottolineando come questo pesi sulle spalle dei medici e ricada anche sugli altri pazienti, costretti ad aspettare.
Sul fronte delle liste d’attesa, l’Azienda Sanitaria - a qualche giorno dalla pubblicazione ufficiale dei risultati del piano di recupero delle liste d’attesa - anticipa che «l’Usl rispetta il programma di calendarizzazione ed erogazione delle prestazioni monitorate, accumulatesi negli anni precedenti, e che i settori che presentano maggiori criticità, in un quadro comunque di progressivo e costante recupero sono quelli della dermatologia e dell’ortopedia». Anche l’oculistica viaggia secondo la tabella di marcia dettata dal Servizio sanitario regionale, «Ma a rendere ancora impegnativo il contenimento delle liste d’attesa è il progressivo aumentare della richiesta di visite e di controlli».
Capita così che, nel momento in cui si prenota l’appuntamento al Cup, venga fissato molto lontano nel tempo. Ne è prova il caso di Flavio Birri, cittadino mestrino, a cui il controllo è stato fissato il 14 giugno del 2024, dopo aver prenotato nel mese di agosto. «Non mi meraviglio, dal momento che anche per il passaporto avevo prenotato lo scorso 8 maggio e ho l’appuntamento nel marzo del 2024» commenta, per poi tornare sul discorso sanitario: «Non credo sia normale, e se uno non può permettersi di andare dal privato? Tutte le volte che ho avuto bisogno della sanità, non mi è mai stato possibile accedervi perché le tempistiche non lo permettevano».
Su questo tema torna anche il sindacalista della Cisl Fp Massimo Grella che sottolinea come sia necessario concentrarsi non solo sulle liste d’attesa ma anche e soprattutto sul cosiddetto “effetto galleggiamento”.
«Ovvero tutte quelle persone che rinunciano alle prestazioni perché, ad esempio, sono di Chioggia e vengono mandate a Mestre e non hanno possibilità di arrivarci, o per l’attesa. Rinunciando, escono dalle liste d’attesa e sfuggono alle statistiche. Ricordiamoci che il più delle volte sono le persone più fragili, gli anziani.
Un’ampia fetta di popolazione è costretta a ricorrere alla sanità privata e chi non può, spesso rinuncia alle cure».
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