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Chioggia, librerie in estinzione: la Giunti ha chiuso, in centro ora ne resta solo una

Dopo 12 anni negli spazi di corso del Popolo l’addio dell’attività accende il dibattito

Elisabetta B. Anzoletti
1 minuto di lettura
La libreria Giunti al Punto di Chioggia è stata chiusa 

Un’altra libreria si arrende all’e-commerce e alla crisi della lettura. Ha chiuso, dopo 12 anni di apertura, la libreria Giunti di corso del Popolo a Chioggia. Una chiusura che fa clamore e che si aggiunge a quella della storica libreria Pegaso di Borgo San Giovanni che ha abbassato le serrande a dicembre scorso. La Giunti al Punto aveva aperto il 2 luglio 2011 nell’ex oratorio di San Francesco alle stigmate, a pochi metri dal Duomo, in posizione centralissima.

Si trattava della seconda libreria in franchising della città, dopo la Mondadori che aveva aperto sotto i portici, di fronte al municipio, e che di recente ha lasciato il posto al marchio Ubik.

A pochi giorni dall’inizio delle scuole, la chiusura di un’altra libreria non è passata inosservata e ha provocato molti commenti, per la maggior parte di rammarico. «Lo so, il processo di digitalizzazione impone un ripensamento di tutto e le nuove generazioni non vivono più nella “civiltà della carta”», osserva la consigliera comunale del Pd, Barbara Penzo, «ma ci si impoverisce comunque e non riesco a leggere questa ennesima chiusura se non come una ferita al tessuto culturale già molto fragile della nostra città».

«Penso a quante letture animate ho svolto in quella libreria», ricorda l’educatrice professionale, Daniela Sassi, «per far divertire i bambini, avvicinarli all’ascolto, all’attenzione, allo stimolo della fantasia arricchendoli di vocaboli nuovi e di nuovi significati. Quanti bei pomeriggi a raccontare di draghi, fate, streghette e avventure; quante storie, quanti insegnamenti nascosti e poi sviluppati nel dialogo con i bambini…. Quanti disegni, colori, gioia, voglia di conoscere e esplorare… Peccato. Un gran peccato. La digitalizzazione non potrà mai sostituire ciò che la lettura su carta trasmette all’anima». Molti altri hanno notato che mentre le librerie chiudono, bacari e cicchetterie aumentano, ritenendolo un “fallimento” della città.

«È un’enorme sconfitta», commenta un residente, «tre librerie hanno chiuso nel giro di pochi anni, mentre vediamo che i locali si moltiplicano. Purtroppo si legge sempre meno e quando si è “costretti” a acquistare i libri, per la scuola o per regali, lo si fa con un click dal telefono per non muoversi nemmeno da casa. E così le serrande chiudono e i nostri centri storici muoiono». Rimane come libreria storica della città il Leggio, in centro a Sottomarina, che è anche casa editrice.

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