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Mirano: bocciato all’esame di maturità, vince il ricorso al Tar e verrà promosso

La prova risale al 2022 all’istituto Levi Ponti. Era stato ammesso con buoni voti ma poi respinto per delle prove negative

Marta Artico
1 minuto di lettura
L’Istituto tecnico Levi Ponti di Mirano, dove si è svolto l’esame di maturità contestato 

«Il mio assistito è contento perché ritiene di avere avuto ciò che meritava essendo stato sempre promosso. Adesso sarà notificata la sentenza alla scuola per chiedere l’esecuzione di quanto ordinato dai giudici e quindi la promozione: ci aspettiamo che venga eseguita senza dover sollecitare». Il legale dello studente, Andrea Michielan, è chiaro.

La sentenza

«La sentenza è importante, perché come si evince, la bocciatura diventa quasi un esercizio arbitrario del potere di giudizio laddove prima si attribuiscono voti sufficienti, quando in seconda battuta il Consiglio di stato cambia i criteri per i quali deve essere valutato lo studente, vengono addirittura ribaltati e modificati. Per cui senza giustificazione e motivazione, anche le sufficienze diventano insufficienze, e questo ha fatto propendere il Tar per dare ragione al mio assistito. Il Consiglio di Stato aveva dettato chiari criteri, perché aveva compreso bene che l’alunno meritava la promozione, che erano intervenute determinate variabili, perché la prova orale non doveva essere giudicata in maniera così gravemente insufficiente, visto che alcuni test erano andati bene. Non è data valutazione corretta della prova orale e del comportamento complessivo dell’alunno in tutto il percorso studi, eclatante la circostanza che gli stessi docenti i quali gli danno sette e che l’hanno interrogato tutto l’anno, durante la prova orale gli diano un voto contraddittorio di gravissima insufficienza».

La commissione giudicata dal Tar

Ancora: «Il Tar interviene a salvaguardia di quei casi in cui ritenga che il giudizio della commissione sia “illogico” rispetto allo svolgimento del curriculum dell’alunno con riferimento a quelle che sono le prove dell’esame di maturità. Si tratta dell’ultima riserva di tutela dello studente, che altrimenti sarebbe privo di rimedi se fosse lasciato tutto il giudizio nelle mani dei docenti, che possono sbagliare. Il ministro dell’Istruzione vorrebbe che i giudici potessero incidere solo nella legittimità del procedimento da parte dei docenti, escludendo la valutazione nel merito, ma è sbagliato. È vero che i professori sono i depositari dell’insegnamento ed educazione scolastica, ma dall’altra sono persone e possono sbagliare ed è giusto che ci sia un controllore che riporti a giustizia situazioni delicate».

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