Venezia: lancione sfreccia a tutta velocità, gondola capovolta
Due diciottenni finiscono in acqua. Sul posto vigili del fuoco e polizia locale. Sporta denuncia per l’episodio
Eugenio Pendolini
Ci risiamo. Ancora una volta, un’imbarcazione a remi che si capovolge, vittima del moto ondoso. Vogare ormai è diventato uno sport estremo, chi vive ogni giorno la laguna lo ripete da tempo. Lo stesso messaggio è stato ribadito non più tardi di due settimane fa, durante la Vogalonga. Eppure non cambia nulla.
L’ultimo episodio è del primo pomeriggio di venerdì, nel tratto di laguna che collega i Bacini a San Pietro di Castello. Un tratto famigerato e ormai noto da chi naviga in laguna, dove barchini e lancioni turistici sfrecciano ad alta velocità.
A farne le spese, stavolta, è una gondola da nolo partita da Santa Sofia. Coinvolti due ragazzi che stavano trainando la gondola con una barca a motore verso lo squero di San Isepo per lavori di manutenzione.
Fino a quella curva proprio davanti alla fermata Actv, all’altezza di una piccola barena (palude degli Ebrei). Ed è in quel tratto, con il fondale inevitabilmente più basso dove l’effetto delle onde si amplifica, che la gondola dei due ragazzi è stata colpita da una prima onda e, dopo aver imbarcato acqua, si è capovolta. I due hanno subito ricevuto i soccorsi da parte di un’altra imbarcazione che passava in quel momento. Sul posto, dopo qualche minuto, è arrivata anche una pattuglia della polizia locale e un’imbarcazione dei vigili del fuoco.
La gondola invece è stata trainata nel vicino squero di San Isepo, a Castello, al centro di un contenzioso tra la Società di Mutuo Soccorso Carpentieri e Calafati, che lì propone di realizzare uno spazio per la manutenzione delle imbarcazioni dei veneziani, e il Comune. Dopo lo spavento per l’incidente, i due ragazzi coinvolti hanno sporto denuncia al Provveditorato, competente in quel tratto di laguna. Resta da capire l’esatta dinamica dell’incidente e chi possa aver provocato quell’onda “anomala”.
Sta di fatto che l’emergenza moto ondoso appare, nuovamente, in tutta la sua emergenza. Solo a febbraio scorso, nel tratto di laguna tra le Vignole e Murano, una mascareta rosa con a bordo due regatanti, in allenamento, la 48enne Debora Scarpa e la ventiduenne Silvia Bon, era stata centrata da un taxi acqueo in corsa. Per le due atlete, solo qualche ferita e la sensazione di aver seriamente rischiato la vita. Ma più in generale, oltre ai tratti di laguna scoperti (come appunto alle Fondamente Nuove o il canale della Giudecca), la situazione si fa sempre più rischiosa anche in Canal Grande, a Rialto, alla Ferrovia e all’Accademia. Qui oltre al moto ondoso, a mettere a repentaglio le barche a remi è anche il traffico incessante.
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