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Truffa Venice, inflitti quattro anni a Minighin

La difesa preannuncia appello. Risarcimenti: 50 mila euro al Comune di Portogruaro e 260 mila ai legali di parte civile

I.P.
1 minuto di lettura
Il processo Gaiatto 

Nella app del gruppo Venice i risparmiatori truffati vedevano i loro investimenti continuare a generare profitto. Ma i dati erano fasulli. Venerdì il tribunale collegiale, presieduto da Lanfranco Maria Tenaglia, a latere i giudici Milena Granata e Francesco Tonon, ha condannato a quattro anni di reclusione e 8 mila euro di multa Massimo Minighin, 46 anni, pordenonese residente a Fossalta di Portogruaro, coimputato di Fabio Gaiatto.

Assistito dall’avvocato Cristiano Leone, Minighin ha scelto il rito abbreviato condizionato a una perizia informatica. La tesi difensiva è che si sia limitato a creare il sito e che i dati sui guadagni fasulli siano stati inseriti da altri. L’avvocato Leone ha già preannunciato appello.

Il procuratore Raffaele Tito aveva chiesto quattro anni di reclusione. Il sito, per l’accusa, era uno strumento essenziale alla truffa, in quanto induceva in errore gli investitori. Il tribunale ha condannato Minighin per quattro capi d’accusa, ma solo per il periodo compreso fra il 23 settembre 2016 e fino alla fine di maggio 2018: associazione per delinquere, due ipotesi di truffa aggravata e abusivismo finanziario, mentre ha dichiarato il non doversi procedere per un’accusa di truffa nei confronti di 97 clienti della Venice, per difetto di procedibilità, perché non è stata presentata querela nei confronti dell’imputato, e per una truffa aggravata nei confronti di altri 256 clienti Venice, perché l’azione penale non doveva essere esercitata per difetto di querela.

Confisca per l’immobile sequestrato a Minighin in borgata Mulbach a Sappada. L’imputato è stato interdetto dai pubblici uffici per 5 anni. Dovrà risarcire i danni a tutte le parti civili e il conto è salatissimo.

Solo al comune di Portogruaro spettano 50 mila euro, mille euro a Codacons e Federconsumatori, 5 mila euro alla Banca d’Italia. E poi le spese legali ai trenta avvocati di parte civile: quasi 260 mila euro.

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