Era morto in casa da giorni: Penzo aveva solo 56 anni
Chioggia, ennesimo dramma della solitudine, sono stati i vicini di casa a far scattare l’allarme all’ex Casa del Pescatore. È il sesto caso in città nel giro di due mesi
DANIELE ZENNARO
La bicicletta parcheggiata sotto casa da alcuni giorni, la TV accesa giorno e notte così come la luce nell’appartamento. Sono stati i suoi coinquilini ad insospettirsi, soprattutto dopo aver provato ripetutamente a chiamarlo senza ottenere alcuna risposta. A quel punto non è rimasto che chiamare i soccorsi.
I vigili del fuoco, arrivati alla ex Casa del Pescatore, dalla vicina caserma in riviera Caboto, hanno purtroppo confermato i sospetti più drammatici, rinvenendo il corpo senza vita di Mauro Penzo, 56 anni, che viveva da solo in quell’appartamento. E la morte è probabilmente da far risalire a qualche giorno fa.
Si tratta del sesto caso in poco più di due mesi, ovvero di persone che vivevano da solo e che, colte da malore, non hanno potuto salvarsi la vita. Mauro Penzo, conosciuto come Alvaro per la sua somiglianza con Alvaro Vitali, non aveva un lavoro fisso, ma aiutava spesso i server nel montaggio dei palchi per i concerti in città.
Penzo non era sposato, non aveva una compagna, prima viveva con l’anziana madre che portava in giro con la carrozzina, essendo l’anziana disabile. Poi quando la donna è mancata, il 56enne, che comunque aveva anche dei fratelli, si è ritrovato da solo, nell’appartamento popolare della ex Casa del Popolare.
Grande appassionato di calcio e tifoso della Juventus, Mauro Penzo soffriva di diabete e probabilmente è stato colto da malore mentre si trovava nella sua abitazione.
Nel giro di poco più di due mesi sono state diverse le persone che vivevano da sole, trovate senza vita, tanto da far nascere un vero e proprio caso nazionale, visto che tutte le persone decedute avevano tra i 50 ed i 60 anni.
Mauro Penzo va ad alimentare una lista che ha annotato le scomparse di Sandro Schiavon, Massimo Bonaldo, Alessandro Nordio, Alfredo Giulio e Antonello Chiereghin, tutti accomunati dal fatto che vivevano da soli, anche se non per tutti si può parlare di dramma della solitudine.
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