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Appalti e budget sottocosto, chiesto il processo per i vertici Fincantieri

Il pm Gava accusa anche dieci dirigenti dell’azienda: nuova udienza preliminare a fine giugno, poi la decisione del giudice

roberta de rossi
1 minuto di lettura
Gli operai in subappalto venivano pagati 5 euro l'ora 

È il momento del primo confronto a tutto campo tra accusa e difese davanti alla giudice per le udienze preliminari Maria Rosa Barbieri, chiamata a decidere chi rinviare a giudizio nell’inchiesta sul cosiddetto “Metodo Fincantieri”: gare d’appalto con budget sottocosto, per tagliare sui costi di costruzione delle navi – è l’ipotesi d’accusa – e imprese vincitrici che subappaltavano con ulteriori tagli di fondi a ditte con lavoratori stranieri, che accettavano 5-6 euro l’ora, senza alcun altro diritto riconosciuto.

Per la Procura, Fincantieri è responsabile amministrativa per quanto decidevano i suoi dirigenti. Poi c’è un gruppetto di dipendenti, accusati di episodi di corruzione tra privati: viaggi, orologi, “stipendi mensili” in cambio dell’assegnazione di alcuni lavori. Contro due di loro, l’azienda è parte civile.

Ieri, il pm Giorgio Gava ha chiesto il rinvio a giudizio degli indagati. Gli avvocati difensori si sono battuti nel respingere le accuse e chiedere il non luogo a procedere.

In particolare, in questo procedimento – a differenza di molti altri filoni Fincantieri, dove lo sfruttamento del lavoro è stato contestato alle ditte in subappalto – il pm Gava accusa di «intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro» anche dieci dirigenti Fincantieri: il direttore Navi mercantili di Fincantieri Spa Carlo De Marco (con contratto esterno); i procuratori presso la sede centrale di Trieste, Alessandro Ganzit e Vito Cardella; il dipendente dell’Ufficio acquisti centrale direzione Navi mercantili, Massimo Stefani; il responsabile dell’Ufficio Controllo produzione a Marghera, Luca De Rossi; i procuratori di Fincantieri dell’unità di Marghera Francesco Ciaravola e Antonio Quintano; il responsabile dell’Ufficio acquisti a Castellamare di Stabia, Andrea Bregante; gli impiegati dell’Ufficio Dichiarazioni di conformità, Fincantieri di Marghera, Matteo Romeo (di Morgano) e Mauro Vignoto.

Poi ci sono i dipendenti chiamati a difendersi dall’accusa di “corruzione tra privati”: De Rossi, Mauro Vignotto, Matteo Romeo, Andrea Bregante, Vito Cardella, e dai dipendenti dello stabilimento di Marghera Michele Vianello, Alberto Scarpa, Matteo Amato, Michele Bellunato, Enrico Beltrame.

Caduta invece quest’ultima accusa nei confronti di De Marco, in casa del quale erano stati trovati 20 mila euro: l’avvocato Berardi ha dimostrato che faceva spesso prelievi in contanti e, nel dubbio, il pm Gava ha fatto cadere l’accusa.

Le difese proseguiranno con le loro argomentazioni nell’udienza del 28 giugno, poi la gup Barbieri tirerà le fila e deciderà chi mandare a processo, chi eventualmente prosciogliere e se accettare i 5 patteggiamenti concordati tra il pm Gava e gli avvocati Marcelli, Pattarello, Pietramala, con mesi di reclusione trasformati in pene pecuniarie, per il tributarista Angelo Di Corrado, che tanto ha raccontato agli investigatori sulla “paga globale”; il padre e collega Bruno Di Corrado; gli imprenditori bengalesi All Md Suhang, Alì Md Najone Shafique Mohammad.

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