Litiga con la fidanzata e la butta in acqua dal ponte di San Biagio a Venezia
Un’amica per tentare di salvare la giovane si è gettata con lei, rischiando di annegare. Gianni Errico, della sicurezza dello Stucky: «Non sapevano nuotare, mi sono tuffato e sono riuscito a portarle in salvo»
Francesco Furlan
L’hotel Hilton Molino Stucky: sullo sfondo, a sinistra, si intravede il ponte di San Biagio
Stavano litigando vicino al ponte di San Biagio, alla Giudecca, quando i toni si sono alzati. Una coppia di fidanzati. E insieme a loro un’amica di lei.
Tutti giudecchini, piuttosto conosciuti in zona. Ad un certo punto lui ha lanciato la fidanzata in acqua nel rio di San Biagio dandosela poi a gambe levate.
L’amica, per cercare di aiutarla, si è buttata in acqua anche se – raccontano alcuni testimoni – non riusciva a nuotare, forse perché in preda al panico.
A salvarle ci ha pensato Gianni Errico, 40 anni, che lavora allo staff della sicurezza del vicino hotel Hilton Molino Stucky.
È successo nella serata di sabato 3 giugno, verso le 20.30. Se le due ragazze sono salve è merito di Errico.
«Lo staff dell’Hilton mi ha chiamato perché c’erano un ragazzo e una ragazza che stavano litigando animosamente», racconta, «e sono corso per capire che cosa stesse capitando anche se non erano due clienti dell’hotel, per capire insomma se ci fossero dei problemi di sicurezza».
Il ponte, infatti, è a pochi passi dall’ingresso dell’hotel a cinque stelle. Quando Errico arriva al ponte di San Biagio la coppia sta ancora litigando. Si rinfacciano alcuni danni causati alla casa, una porta rotta o qualcosa del genere.
Lui le urla contro, sembra un po’ alterato. «Poi ho assistito a una scena incredibile», racconta Errico, da dieci anni addetto alla sicurezza alla Giudecca, «L’uomo ha preso la ragazza con entrambe le braccia, tirandola anche per la maglia, e l’ha lanciata in acqua». Ma l’ha spinta e la ragazza è caduta? «No no, l’ha proprio lanciata. E poi è scappato. L’amica che era con loro si è buttata ma si aggrappava all’altra ragazza, entrambe rischiavano di annegare. A quel punto mi sono buttato in acqua e le ho portate verso il pontile in legno che è lì vicino nel canale.
E’ un pontile piuttosto alto rispetto al livello dell’acqua. Una ragazza l’ho messa sul lato sinistro, e l’altra sul lato destro. Poi i miei colleghi mi hanno aiutato a tirarle su e a portarle sulla riva. Non ho avuto paura, era l’unica cosa che potevo fare». Sul posto anche i carabinieri per cercare di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.
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