In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

I gondolieri di Venezia nel fango per aiutare gli alluvionati della Romagna. «Dignità e voglia di ripartire»

Riccardo Vianello e Mauro Trevenzoli, in servizio a San Marco, sono stati a Faenza come volontari

eugenio pendolini
1 minuto di lettura
Riccardo Vianello e Mauro Trevenzoli a Faenza 

Hanno indossato gli stivali a mezza gamba, i guanti per imbracciare vanga e idropulitrice. Una giornata intera immersi nel fango per dare una mano dove servisse. Addosso, la tradizionale maglia a righe orizzontali bianca e nera dei gondolieri veneziani.

Riccardo Vianello e Mauro Trevenzoli, rispettivamente di 58 e 59 anni, quando hanno visto in televisione le immagini della devastazione prodotta dall’alluvione in Emilia Romagna non ci hanno pensato due volte a rimboccarsi le maniche per aiutare la popolazione colpita dalla calamità.

E così nei giorni scorsi, partendo all’alba, hanno raggiunto Faenza e, coordinandosi con il locale ufficio per le emergenze, e da lì una vicina comunità di recupero per tossicodipendenti, tra le più colpite dall’alluvione.

Forti di precedenti esperienze di volontariato, a spingerli il senso di solidarietà verso persone e famiglie in difficoltà. Da Venezia i due gondolieri erano partiti muniti di stivali e guanti, oltre a tutto l’occorrente necessario in situazioni di quel tipo.

«Ma quando siamo arrivati sul posto è stato scioccante. A mio figlio ho detto: se non lo vedi, non ci puoi credere», racconta Trevenzoli, «l’acqua era arrivata a due metri e venti centimetri di altezza, distruggendo tutto quello che ha incontrato: case, elettrodomestici, mobili, furgoni.

Ma in quelle ore in mezzo al fango abbiamo visto grande dignità pur nella difficoltà, compostezza, sorrisi, gente pronta a ripartire».

Con alle spalle quarant’anni di professione, è stata una scelta precisa quella di Trevenzoli e Vianello nell’indossare la divisa di ordinanza dei gondolieri.

«Fino all’ultimo avevamo pensato di non usarla», spiega il primo, «ma poi abbiamo pensato che anche altre associazioni di volontariato presenti sul territorio erano riconoscibili. Noi siamo orgogliosi della nostra città e della nostra professione. Volevamo dare un’immagine di umanità anche alla nostra categoria, che fosse diversa dall’immagine di una categoria a cui interessa solo il profitto legato al turismo».

Insieme ad altri, provenienti da tutta Italia ma anche dal resto d’Europa, Vianello e Trevenzoli hanno lavorato fianco a fianco con i volontari che in questi giorni hanno contribuito al ripristino della normalità nei territori colpiti dalla forza della natura.

I commenti dei lettori