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Venezia, è boom di locazioni a Castello. Una casa su tre finisce ai turisti

L’osservatorio Ocio: «Vuoti mille alloggi pubblici in centro». L’Ater denuncia gli attivisti per «istigazione» all’occupazione

Maria Ducoli
2 minuti di lettura

Tre case su dieci, a Castello, sono destinate al mercato delle locazioni turistiche. Un fenomeno ormai deflagrato, e non solo in uno dei sestieri più popolosi della città. Ma c’è di più. In crescita costante sono anche gli alloggi pubblici vuoti: oltre mille nella sola Venezia insulare.

Numeri che preoccupano gli attivisti di Ocio, osservatorio civico sulla casa e sulla residenza, ieri impegnati in una camminata urbana proprio nel sestiere di Castello. Una delle tante iniziative realizzate nel corso degli ultimi anni per tenere acceso il faro dell’emergenza casa in città. Non senza strascichi legali.

Gli attivisti di Ocio sono stati, infatti, accusati di istigazione all’occupazione di case pubbliche. Una denuncia, in realtà contro ignoti, è stata infatti depositata da Ater ma - segnalano gli attivisti - è arrivata subito dopo un evento di riappropriazione urbana a Sacca Fisola organizzato da Ocio.

«Semmai è un’istigazione ad occuparsi del tema della residenzialità» spiega Maria Fiano. Tema scottante, considerando che nella Venezia insulare gli alloggi pubblici sfitti sono 1.016, in terraferma 1.192, per un totale di 2.208.

«Tra settembre 2017 e giugno 2022, le case del comune o di Ater vuote sono aumentate di 410 unità», i numeri vengono presentati in apertura della camminata urbana di riappropriazione dell’abitare. Sono le dieci e mezza passate, il sole illumina d’estate via Garibaldi e circa 80 persone si addentrano nel sestiere di Castello.

In Calle dei Preti i partecipanti si fermando davanti ad ognuna delle porte con la targhetta «locazione turistica».

In pochi minuti lo zigzag rosso occupa tutta la calle, sembra delimitare la scena del crimine della residenzialità violata. Su 62 case, 21 sono locazioni turistiche - di cui 5 aperte dopo il 2019 - per un totale di 77 posti letto. Delle 21 effettive, solo 17 hanno esposto il cartellino richiesto dalla legge. Dalle case piene di turisti, a quelle vuote. In Corte delle Colonne ci sono 11 alloggi Ater blindati. Doppi lucchetti, la porta di legno si intravede solo a metà.

Uno scudo contro gli abusivi protegge gli edifici vuoti da anni. Ogni porta sembra raccontare una storia, e sono tutte storie tristi. «Sono un senzatetto, sto cercando una casa» recita un foglio incollato sull’acciaio consumato. Porta la data del 23 maggio. Lo studio immobiliare Rio Alto in via Garibaldi espone in bella vista i numeri: 49.474 abitanti, 49.196 posti letto turistici. «Proposte di regolamentazione degli affitti brevi basate esclusivamente su un tetto di giornate non permettono di risolvere il problema».

Così, Ocio appoggia la proposta di Alta Tensione Abitativa di un numero massimo di locazioni turistiche in base alle zone della città, con licenze quinquennali a rotazione per far ritornare gli affitti brevi una misura di integrazione al reddito dei proprietari, e non un business sfrenato. Per arrivare a Sant’Isepo si attraversa calle delle Ancore, un lungo corridoio con tante serrande abbassate e vetrine spoglie.

«E pensare che qui era pieno di negozi» commentano i veneziani scuotendo la testa. Ci si ferma in Corte Case Nove. Su 68 alloggi, 23 sono sfitti, quasi un terzo del totale. In Calle delle Colonne, poco più in là, dei 61 appartamenti pubblici, 18 sono chiusi. All’origine degli sfitti c’è il disinvestimento pubblico, «dagli oltre 18 milioni stanziati nel 2009, ai 5 milioni del 2021». La prossima tappa davanti all'ex cantiere navale Actv, per cui esiste un progetto che lo trasformerebbe in una serie di residenze di lusso per gli anziani. «Vogliamo spazi per tutti, non case di lusso per pochi» commentano i residenti di Sant'Elena

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