Mestre e quel triste primato dei negozi sfitti: l’arte al fianco del mondo del commercio
Ben 145 negozi vuoti a Mestre e altri 130 nel centro storico, primato negativo a Nordest. L’artista Freak of Nature a Mestre con la Confesercenti: «Difficile ma doveroso agire e ora mappo la cultura in abbandono»
Mitia Chiarin
L’artista Federica Agnoletto, in arte Freak of Nature e a fianco una delle vetrine vuote di Mestre dipinte con il bambù verde
Dialoghi, anticipatori di positive collaborazioni, tra il mondo del commercio mestrino e artisti che con segni artistici a anni mappano un problema sempre più evidente nelle città. La desertificazione commerciale.
Merito del programma di incontri del Servizio civile del Comune di Venezia che ieri sera ha riproposto, al centro culturale Candiani, il dialogo tra Federica Agnoletto, artista che mappa con il bamboo verde i negozi sfitti, e Andrea Crescente, coordinatore di Confesercenti Mestre.
Titolo della serata “Deserti urbani: in cerca di spazio”con l’obiettivo puntato sulle azioni di cittadinanza attiva in resistenza alla desertificazione urbana del nostro territorio. Con Crescente e Agnoletto al confronto con i giovani del Servizio ciivile c’era anche il presidente dell’associazione giovanile “Venice Calls”, Sebastiano Cognolato. La Agnoletto si fa conoscere con il nome d’arte di “Freak of Nature” e ha il suo studio a Crespano del Grappa. Ma ha avviato il suo progetto d’arte e di denuncia da Venezia e Mestre.
Piazze che dopo mesi di azioni in giro tra Veneto ed Emilia Romagna mantengono il record di vetrine spente. La mappa dell’artista è emblematica: 145 vetrine sfitte segnate con il bambù verde a Mestre, altre 130 a Venezia centro storico. Molte a distanza di mesi sono ancora con le vetrine dipinte di verde.
In classifica ci sono poi le 140 mappate a Reggio Emilia; 125 a Padova, 100 a Verona; 90 a Vicenza; 80 a Modena ; 70 a Treviso a pari merito con Parma. «Volevo proseguire in Emilia Romagna con una azione a Bologna ma vista la situazione che si sta vivendo con l’alluvione ho preferito lasciar perdere. Ripopolare questi spazi commerciali è francamente difficile e neanche io ho ricette facili da offrire.
Oggi assistiamo a fenomeni preoccupanti: negozi sfitti che diventano o magazzini di bar e ristoranti nelle vicinanze o peggio che sono trasformati in appartamenti. Il mio lavoro è quello di mettere tutti davanti all’evidenza del fenomeno.
E le reazioni sono le più diverse. C’è chi comprende ma molto spesso c’è chi si arrabbia. Bisognerebbe proseguire questo lavoro anche in tanti piccoli centri che si stanno spopolando. Faccio un esempio: Asolo dove ho contato almeno una ottantina di negozi sfitti. Eppure parliamo di un borgo di assoluto pregio.
Occorre anzitutto lavorare sulle difficoltà. La maggior parte delle proprietà sono private e obiettivamente il pubblico ha pochi strumenti per incidere. Ma un altro tema si fa avanti imponente: il consumo di suolo. Tanti negozi o capannoni sono abbandonati e si continua a costruire. Appare evidente che occorre agire ben prima del 2050», spiega l’artista.
Al suo lavoro è da tempo interessato Andrea Crescente, che aveva animato lo spazio Chorus, luogo di incontro cittadino, di mostre e laboratori aperti alla città in via Carducci, e che intende, ci spiega, riprendere il lavoro per una positiva collaborazione con Freak of Nature sui temi della rigenerazione a Mestre. Intanto l’artista si prepara, proprio da Mestre, ad avviare una nuova performance artistica di denuncia: quella «per evidenziare lo sfitto che colpisce anche cinema, teatri, librerie».
Luoghi di cultura che finiscono anche loro desertificati, vittime di un oblio dagli effetti negativi per la qualità della vita delle città. Nelle prossime ore cominceremo a vedere i segni della nuova azione.
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