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Investito e ucciso a Marcon, appello della figlia: «Cerco l’infermiera che l’ha soccorso»

La figlia di Giuseppe “Maurizio” Niero, il pedone travolto sulle strisce in zona Colmello: «Quella donna ha cercato di salvarlo con il massaggio cardiaco, vorrei ringraziarla»

GIOVANNI MONFORTE
1 minuto di lettura

La scena dell'incidente in via Alta a Marcon e la vittima Giuseppe Niero detto Maurizio, 69 anni

 

Un appello per rintracciare l’infermiera che, con abnegazione, si è subito prodigata per portare i primi soccorsi, prima che arrivasse l’auto medica. A lanciarlo sono stati i familiari di Giuseppe “Maurizio” Niero, il pensionato di 69 anni che ha perso la vita alcune settimane fa, dopo essere stato investito mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali in zona Colmello a Marcon. Era la tarda mattinata dello scorso 13 maggio. Dopo l’investimento, una donna, con ogni probabilità un’infermiera, si è attivata per soccorrere Niero.

«Appena accaduto il fatto, prima che arrivasse l’automedica, questa donna è intervenuta e ha iniziato subito a fare il massaggio cardiaco a mio padre», racconta Chiara Niero, la figlia del pensionato, «Mia madre mi ha detto che è stata inarrestabile nel tentativo di salvarlo. Non ho capito se con lei ci fosse anche un’altra persona, che l’aiutava. Di sicuro in tanti mi hanno parlato di questa donna, che faceva il massaggio cardiaco a papà».

Sul luogo dell’incidente si è precipitata anche la figlia. Ma, quand’è arrivata, la donna era già andata via. E, nella concitazione di quei momenti, nessuno sa quando l’infermiera si sia allontanata, né sono note le sue generalità.

Una donna bionda

Gli indizi sono pochi. Si sa che ha i capelli lunghi biondi e un’età di circa 30-40 anni. I familiari di Niero hanno provato a rintracciarla tramite le conoscenze nel mondo sanitario. Ma invano. Da qui l’idea di lanciare un appello sui social network.

«In questo momento siamo tutti provati, per cui i canali social erano l’ultima cosa che volevo utilizzare. Ma mi sono resa conto che non c’è alternativa», conclude Chiara Niero. «Spero che questa donna abbia modo di leggere. Immagino che abbiano un codice deontologico e non siano tenuti a rispondere. Ma il nostro è un appello con il cuore in mano, perché la vorremmo incontrare per poterla almeno ringraziare. Mi hanno detto che è stata bravissima».

Grazie al tam tam sui social, martedì 23 maggio sono già arrivate le prime segnalazioni. L’appello potrebbe presto sortire l’effetto sperato.

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