Giovani e lavoro, Giulia: «Voglio aprire un panificio a Venezia, ma gli affitti sono impossibili»
Busato occupa un piccolo laboratorio a Noale dove tutti i giorni, da sola, sforna tra i 40 e i 50 chili di prodotti anche per ristoranti e attività ricettive. Il suo sogno? Aprire un forno con negozio di vicinato a Venezia
Maria Ducoli
Giulia Busato, 35enne noalese che ha creato Tócio, il panificio agricolo da cui escono pagnotte realizzate con pasta madre
Il pane come mezzo di rivoluzione. Culturale, ma anche cittadina. Questo il cuore del progetto di Giulia Busato, 35enne noalese che ha creato Tócio, il panificio agricolo da cui escono pagnotte realizzate con pasta madre, a lunga lievitazione, «circa tre giorni», spiega.
Ad oggi, Busato occupa un piccolo laboratorio a Noale dove tutti i giorni, da sola, sforna tra i 40 e i 50 chili di prodotti anche per ristoranti e attività ricettive. Il suo sogno? Aprire un forno con negozio di vicinato a Venezia.
Per ora, però, realizzarlo è ancora un’utopia perché un locale in affitto non sembra esserci, per Giulia e il suo pane. «Gli affitti sono esorbitanti, in media per 50 metri quadrati mi chiedono 3 mila euro al mese.
La maggior parte dei locali, poi, non sono subito utilizzabili». Per cercare di far fronte alle difficoltà e ai prezzi del centro storico, ha lanciato una raccolta fondi sul sito Gofoundme dove, per ora, le donazioni di chi crede nel suo progetto ammontano a 1.200 euro.
Busato spiega che oltre al costo, ad aggiungere difficoltà a quelle che sta già incontrando è il regolamento anti paccottiglia, che la obbliga a realizzare un bagno, lo spogliatoio, la doccia e, nel caso in cui decidesse di dedicarsi anche alla somministrazione dei prodotti e non solo alla vendita, dovrebbe prevedere anche un bagno pubblico.
Il suo sogno sarebbe quello di aprire una microbakery, dove ospitare anche eventi culturali. «Sarebbe più conveniente stare in terraferma, guadagnerei anche di più, ma voglio dare il mio per la salvaguardia di Venezia».
La ricerca di un locale in affitto è in corso da novembre ma le difficoltà non fanno desistere la panettiera dal continuare a perseverare per raggiungere il suo obiettivo. «Non sto cercando una vetrina in Strada Nuova ma una bottega di prossimità».
La rivoluzione auspicata da Busato non ha a che fare solo con la residenzialità e il ripopolamento di Venezia, ma riguarda anche la concezione del pane: «il pane se fatto con materie pregiate dura anche una settimana».
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