In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Clan Bolognino, la Procura chiede di assolvere il notaio Maculan

Il professionista di Padova è stato indagato dalla Dda di Venezia per concorso in estorsione aggravato da metodi mafiosi

Roberta De Rossi
1 minuto di lettura

La Procura ha chiesto l'assoluzione per il notaio padovano Gianluigi Maculan

 

Il pubblico ministero della Distrettuale Antimafia Stefano Buccini ha chiesto l’assoluzione per il notaio padovano Gianluigi Maculan - con studio a Saonara - indagato dalla Dda di Venezia per concorso in estorsione con l’aggravante dei metodi mafiosi nell’ambito delle indagini su Antonio Genesio Magone, ritenuto il braccio operativo in Veneto della famiglia Bolognino, “avamposto” del clan ’ndranghetista Grande Aracri.

A chiedere il rinvio a giudizio era stata l’ex pm della Dda Paola Tonini (ora in Corte d’Appello), già titolare dell’inchiesta Bolognino che ha dato origine a più filoni (processi e condanne) sulle infiltrazioni della ’ndrangheta calabrese nel tessuto economico locale.

Lunedì 22 maggio, davanti alla giudice per le udienze preliminari Daniela Defazio, si è concluso il processo con rito abbreviato, al termine del quale il pm Buccini - che ha rilevato questo filone - ha ritenuto che non vi siano prove di “dolo” a carico del notaio, ovvero che il professionista (difeso dall’avvocata Anna Desiderio) sapesse dell’estorsione contestata a Mangone ai danni dell’impresario edile ex candidato sindaco a Camponogara Mario Borella (costituito parte civile con l’avvocato Emanuele Compagno).

È il 12 marzo 2019 quando scattano gli arresti nell’ambito dell’indagine Bolognino e coinvolgono Mangone: Borella si presenta alla Guardia di Finanza e dice di aver subito da lui un’estorsione, attraverso la cessione di un immobile a Sambruson di Dolo senza ottenere in cambio il pagamento: in particolare la sua società Golden Costruzioni snc aveva ceduto un negozio in via Argine Sinistro 117 a Bologna Group srls (di fatto gestita da Mangone nella veste di procuratore speciale) per 75 mila euro, pagati solo sulla carta.

In cambio, Borella aveva firmato una quietanza il 16 febbraio 2018 di fronte al notaio Gianluigi Maculan di Saonara, ovvero un atto per dichiarare di aver ricevuto dalla società Bologna Group l’integrale pagamento del prezzo stipulato.

Il pm Buccini ha lunedì concluso per l’assoluzione del notaio, ritenendo che non vi siano elementi per dimostrare che sapesse del raggiro. Come, del resto, sostenuto dalla difesa. Richiesta contestata dall’avvocato Emanuele Compagno, per la parte civile, che ritiene invece evidente la responsabilità del professionista, alla luce anche delle motivazioni della condanna di Mangone in primo grado a 8 anni di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso. La giudice Defazio ha aggiornato l’udienza al 12 giugno per la sentenza.

2

Articoli rimanenti

Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito

1€ al mese per 3 mesi

Attiva Ora

Sblocca l’accesso illimitato a tutti i contenuti del sito

I commenti dei lettori