In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

San Donà, paziente del centro di salute mentale aggredisce un operatore sanitario

L’uomo prima ha iniziato a minacciare le persone con un mattone, poi ha infranto il finestrino dell’auto di un dipendente della struttura. Il sindacato chiede più sicurezza

Giovanni Cagnassi
1 minuto di lettura

Aggressione ai danni di un operatore sanitario del centro salute mentale a San Donà, continuano gli episodi di violenza all'Usl 4. Dopo le denunce al reparto di pronto soccorso nell'ospedale di Portogruaro, un altro caso che fa discutere nell'azienda sanitaria del Veneto orientale ora nell'occhio del ciclone per quanto riguarda le paure espresse dal personale su violenze anche verbali dei pazienti.

L'ultimo episodio che fa discutere è accaduto sabato pomeriggio al centro di salute mentale di San Donà, di fianco al presidio ospedaliero, dove un paziente in cura ha preso un mattone e iniziato a minacciare le persone che si trovavano attorno per poi dirigersi verso l'auto di un operatore sanitario di sua conoscenza.

Ha lanciato il mattone contro il finestrino della sua auto distruggendolo. Alcuni passanti sono intervenuti e poco dopo il paziente è stato tranquillizzato da altro personale del centro che è accorso prima che la situazione precipitasse.

Ne è seguita una denuncia ai carabinieri da parte della vittima, ma l'operatore rischierà di non essere neppure risarcito in quanto l'episodio è avvenuto all'esterno del centro di salute mentale e non durante l'attività.

Il sindacato ha protestato con il segretario provinciale della Uil Fpl, Francesco Menegazzi, il quale chiede maggiore attenzione da parte dell'Usl 4 ai problemi evidenziati da tempo soprattutto in psichiatria.

«Solo qualche giorno fa un altro paziente aveva distrutto una camera nel reparto di San Donà», ricorda Menegazzi, «mentre sabato si è verificato questo grave episodio ai danni di un operatore del centro di salute mentale che si è trovato il finestrino infranto dopo che il paziente già aveva preso in mano un mattone per minacciare chi gli era vicino, fortunatamente senza gravi conseguenze. Da tempo segnaliamo i problemi nel reparto di psichiatria dell'Usl del Veneto orientale. Abbiamo bisogno di più personale», prosegue il sindacalista della Uil Fpl di Venezia, «almeno una decina tra medici e infermieri. Non dimentichiamo che di recente è stato anche a rischio di chiusura il reparto di psichiatria a Portogruaro e ancora non ci sono vere garanzie. Il personale non ha indennità. L'operatore che ha subito il danno al finestrino rischia di non avere neppure il risarcimento perché era all'esterno della struttura. La risposta a questi episodi di violenza non possono essere i corsi di autodifesa. Non si risolvono di certo i problemi con il colpo di karate. «Il pronto soccorso, poi – conclude Menegazzi – non è come un reparto di psichiatria e altri sono i problemi da affrontare con pazienti molto fragili che possono diventare un pericolo come è accaduto più volte. Dovrebbe essere previsto un presidio di forze di polizia almeno nei reparti considerati più a rischio negli ospedali e invece non se ne parla minimamente».

I commenti dei lettori