«Il Bosco dello sport va fatto»: dai costruttori il sì al progetto per Tessera
Giovanni Salmistrari: «Dopo tutti i progetti realizzati non farlo sarebbe un’occasione sprecata»
Maria Ducoli
Il «bosco dello sport» – ovvero nuovo stadio e nuova arena a Tessera – è da fare. A dirlo è il presidente dell’Ance, l’associazione costruttori di Confindustria, Giovanni Salmistrari: «L’intenzione era buona, rispetto all’utilizzo dei fondi del Pnrr: capisco le perplessità dell’Unione Europea. Si possono sempre trovare altri fondi, statali o europei, ma con tutti i progetti fatti, non realizzare lo stadio sarebbe un’occasione sprecata».
Salmistrari non si addentra nel discorso sull’adeguatezza o meno dell’utilizzo dei fondi pubblici, ma sottolinea come l’Italia sia spesso uno degli ultimi paesi a saper accaparrarsi i finanziamenti europei, tra i quali quelli dedicati allo sport.
La domanda sorge spontanea: se fondi specifici potrebbero esserci, il Comune ha puntato sul cavallo sbagliato scegliendo di candidare il progetto dello stadio per i 93 milioni? «Non sono un tecnico, non so dare una risposta» commenta, evitando di entrare nella querelle politica, «di certo c’è da ricordare che questa amministrazione ha portato a casa più soldi di Roma dal Pnrr».
Il tema è spinoso, la polemica dietro il progetto accesissima e ha visto il culmine proprio nell’ultimo consiglio comunale, occasione in cui oltre un centinaio di cittadini sono accorsi per ribadire che non è uno stadio a servire, ma servizi per i residenti e politiche abitative, con le opposizioni che hanno sottolineato come 93 milioni avrebbero potuto dare una spinta per risolvere – o almeno migliorare – il nodo della residenzialità. Nonostante il progetto del bosco piaccia al presidente dell’Ance, che pensa anche all’investimento che potrebbe essere per le aziende coinvolte nella sua realizzazione, da veneziano non può fare a meno di pensare alla città d’acqua.
«Rifarei lo stadio di Sant’Elena, la sua specificità sta nel fatto che i giocatori ci arrivino in barca, è il suo valore aggiunto». Rispetto alle occasioni perse, Salmistrari cita le opere di compensazione del Mose. «Una parte di finanziamenti per questi interventi verrà usata per finire le barriere, perché i soldi non bastano» spiega, «ma le opere di compensazione devono essere fatte, allora mi chiedo: perché quei fondi del Pnrr per l’ambiente che si sa già che non verranno spesi non possono essere utilizzati per questo? ».
La domanda resta aperta. Salmistrari fa il punto anche sui lavori in corso nell’area Marciana, «stanno procedendo in modo spedito, quelli davanti al Florian si sono chiusi velocemente. Ora siamo bloccati per un problema di subappalto, ma in un paio di giorni la situazione si risolverà». Soddisfazione anche per il nuovo prezzario per i lavori pubblici in centro storico e nelle isole. Entrato in vigore lo scorso 1 aprile, va ad aggiungersi a quello regionale, tenendo in particolar considerazione le specificità della Venezia insulare dove, in media, costruire una casa costa tra il 20 e il 30% in più.
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