Elezioni comunali 2023. Nel Veneziano il centrodestra fa cappotto: quattro Comuni e bandierina su San Donà
L’analisi. In riva al Piave non serve nemmeno il ballottaggio: Teso eletto al primo turno. Successo della coalizione anche a San Stino e Martellago. A Pianiga la sfida tra i Calzavara va a Massimo, al terzo mandato
Massimo Scattolin
Il neosindaco Alberto Teso e Gianluca Forcolin
Quattro Comuni su quattro. Il centrodestra unito stravince. Conquista con l’avvocato Alberto Teso il municipio più ambito di questa tornata, San Donà, terzo Comune della provincia per numero di residenti dopo Venezia e Chioggia, entrambi a guida centrodestra. Il sindaco uscente Andrea Cereser non era più ricandidabile e non si è candidato nemmeno come consigliere comunale; la coalizione di centrosinistra ha puntato su Francesca Zottis, consigliera regionale del Pd.
Ma non c’è stata storia.
L’avvocato di Musile – già, Teso non ha nemmeno avuto la possibilità di votare se stesso – si è imposto subito al primo turno.
Così come da San Donà, il centrosinistra è stato sfrattato senza troppi complimenti anche da San Stino, una delle poche roccaforti, fino a ieri, nel Veneto Orientale: una missione affidata e portata a termine da Gianluca De Stefani, 27enne consigliere uscente, consulente ambientale e occupato in campo assicurativo, appoggiato da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Partito dei Veneti e Coraggio Italia.
Obiettivo raggiunto anche a Martellago: la coalizione civico-moderata con il Pd guidata da Alessio Boscolo non è riuscita a scalzare il sindaco uscente Andrea Saccarola, riconfermato.
E a Pianiga, nella sfida tra i Calzavara, Massimo sfila la fascia tricolore al cugino Federico Calzavara e, con l’appoggio dei partiti del centrodestra, viene eletto sindaco per la terza volta. Nulla da fare per la lista di centrosinistra guidata da Silvia Coppetta Calzavara.
L’asso calato da FdI
Lucas Pavanetto, consigliere regionale e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia rivendica la scelta vincente di San Donà.
«Grandissimo risultato, ovviamente», premette. «Quando 3-4 mesi fa ho messo sul tavolo il nome di Alberto Teso qualcuno era titubante. I risultati ci danno ampiamente ragione. Abbiamo confermato di essere la prima forza del territorio, ma abbiamo anche saputo fare un passo indietro rispetto a candidati vincenti sostenuti da altri partiti: è successo a Pianiga e a San Stino.
I risultati ottenuti sono il frutto di un grande lavoro di tutti, dal coordinamento provinciale alle varie realtà territoriali. Ora ovviamente abbiamo una grossa responsabilità, soprattutto a San Donà: siamo al governo in Regione, nella Città metropolitana, ora anche qui. La ricetta è sempre la stessa: continuare a lavorare».
«Più soddisfatti di così non potevamo essere», commenta Michele Celeghin, coordinatore provinciale di Forza Italia. «A San Donà l’ottimo lavoro di squadra è stato premiato; a Martellago, dove non c’era Coraggio Italia, abbiamo fatto la differenza, portando un contributo decisivo al successo di Saccarola. A Pianiga abbiamo espresso il sindaco, e a San Stino la nostra candidata è regina di preferenze: un partito tutt’altro che sulla via della decadenza, con buona pace di molti».
Canta vittoria anche Sergio Vallotto, coordinatore della Lega. «Non per essere presuntuoso, ma sono risultati che avevo previsto. A San Donà abbiamo vinto al primo turno, a Pianiga ero certo che ce l’avremmo fatta e così a San Stino, dove ho visto una grande squadra e colto il sentire dei cittadini.
A Martellago confesso che all’inizio avevo nutrito qualche dubbio, era tutto più equilibrato, ma incontrando i cittadini la sensazione era buona. Quando lavori bene, quando la coalizione è unita e compatta, gli elettori ti premiano. E adesso dopo qualche ora di festeggiamento da domani mattina pancia a terra per non tradire il mandato pieno dei cittadini».
I travolti
Ben altre considerazioni nel centrosinistra. Una sconfitta senza appello se si guardano i risultati. «C’è un grande rammarico», osserva Matteo Bellomo, coordinatore del Partito democratico, «ma è evidente, analizzando i dati delle liste, che siamo stati travolti dall’onda politica del centrodestra, in particolare Fratelli d’Italia, anche se si trattava di una tornata amministrativa.
Ci prendiamo il buono che c’è: delle ottime squadre al lavoro, che hanno lavorato bene, avevano ottimi candidati e proposte forse migliori degli avversari. Ma è chiaro che siamo stati comunque travolti da questo traino nazionale di Fdi».
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