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Quasi ottocento studenti in meno l’anno prossimo nel Veneziano: «Classi a rischio»

La fascia più colpita riguarda la scuola elementare (-592). Controtendenza invece le iscrizioni alle superiori

Alberto Sanavia
2 minuti di lettura

Una mensa scolastica. In crollo i nuovi alunni della scuola primaria

 

Crollano gli studenti nel Veneziano: «Entro pochi anni sarà un vero problema». Sono stati resi noti gli organici di diritto per l’anno scolastico 2023/24, che evidenziano l’inizio di una crisi di alunni che, secondo i sindacati, entro 3 anni potrebbe portare a un taglio drastico del numero delle classi o degli istituti.

I dati dell’Ufficio scolastico regionale evidenziano che il prossimo anno saranno poco più di 92 mila gli studenti che siederanno sui banchi di scuola nel Veneziano. Complessivamente, rispetto ad oggi si stima che la provincia di Venezia perderà complessivamente 789 studenti. La fascia più colpita è quella relativa alla scuola primaria, dove gli alunni in meno saranno ben 592, seguita dalla scuola dell’infanzia (-169) e dalla secondaria di primo grado (-124). A fare da parziale contraltare saranno gli studenti delle scuole superiori, gli unici in crescita con +96 alunni. Complessivamente, il Veneto perderà 6.272 alunni, facendo così scendere il totale degli stessi a quasi 557 mila.

«Il calo di studenti purtroppo si evidenzia a livello non solo locale ma anche nazionale», dice Libero Savastano, segretario di Snals Venezia, «a dimostrazione che la società sta diventando sempre più vecchia. Questo in futuro avrà ovviamente ripercussioni anche sul mondo del lavoro, visto che la carenza di personale è già evidente oggi in numerose categorie lavorative».

Sul fronte degli insegnanti, il Ministero dell’istruzione e del merito per ora però non cambia le carte in tavola, anzi. «Pur a fronte della diminuzione di alunni e della conseguente teorica riduzione di classi da attivare nel rispetto della normativa vigente», scrive l’Ufficio scolastico Veneto, «il Ministero ha sostanzialmente confermato il contingente dell’anno scolastico 2022/23, aumentando peraltro i posti di sostegno».

Per Venezia saranno infatti una novantina i posti di sostegno in più, con il personale docente complessivo confermato a 7.947 unità. «Se diminuiscono gli alunni», spiega Savastano, «le classi non saranno più da 23/24 alunni ma scenderanno anche a quota 18/19, il che dimostra che vi sarà persino un miglioramento sulla gestione delle classi. Il problema lo si vedrà in prospettiva, perché è inevitabile che con questo trend vi possano essere dei tagli nei prossimi 2 o massimo 3 anni».

Luigi Zennnaro, presidente provinciale dei presidi, ritiene che sia necessario intervenire subito a livello organizzativo.

«Dove sono preside a Camponogara», dice, «ogni anno perdiamo una media di 15/20 alunni, quindi purtroppo questi dati non mi sorprendono. In dieci anni gli istituti superiori avranno un crollo degli alunni, quelli che oggi mancano nelle primarie. A meno di clamorose inversioni di tendenza, bisogna quindi ripensare l’offerta scolastica e l’organizzazione dei plessi. Una volta le pluriclassi, ossia l’accorpamento di classi con alunni di diverse età per mancanza di studenti, erano una caratteristica dei luoghi di montagna o delle isole. Ora rischia di diventare una regola anche per il resto del territorio veneto. Sono preoccupato, perché mancano politiche serie per la famiglia, con stipendi troppo bassi per i nostri giovani. Questo si riflette a cascata sulla natalità, sulla scuola e sul mondo del lavoro. Gli stessi stranieri oggi fanno meno figli e la società sta mutando, perché le famiglie si muovono sempre più e difficilmente rimangono per tanti anni nello stesso Comune o nella stessa provincia».

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