Superjet blocca la cassa integrazione e avvia le assunzioni per poter ripartire
La società svela le carte in un incontro a Confindustria. Valentini (Cgil): «Serve il supporto di tutte le istituzioni»
Francesco Furlan
La chiusura della cassa integrazione per i 120 lavoratori, un’iniezione di 13 milioni di euro da parte del fondo Markab Capital per affrontare i prossimi 12 mesi, e la ricerca di circa 50 nuovi dipendenti per rimettere in pista Superjet International, che ha bisogno di entrare in possesso delle certificazioni andate perse con il blocco delle attività, come conseguenza delle sanzioni europee contro la Russia. Sono i tre punti principali illustrati giovedì pomeriggio ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali nella sede di Confindustria, al Vega, dai vertici della società con sede a Tessera.
Per Superjet erano presenti il presidente, Vincenzo Capobianco, e l’amministratore delegato, Camillo Perfido. Ai rappresentati dei lavoratori è stato anche comunicato che la società, che si occupa della commercializzazione degli aerei Superjet 100, ha ottenuto dal Comitato di sicurezza finanziaria (Csf) del ministero del Tesoro lo sblocco di tutti i conti corrente della società.
Un passaggio necessario per poter tornare a operare, quanto meno con gli aerei già nella disponibilità della società, nell’attesa di ottenere dallo stesso Comitato il via libera definitivo al piano per il passaggio delle quote dei russi di Uac (quote ora gestite dal Demanio) agli emiratini di Markab Capital, aprendo quindi la porta ai nuovi investimenti per occidentalizzare la compagnia e chiudere la fase della joint venture italo-russa nata nel 2007 nella quale ancora oggi Leonardo ha una partecipazione del 10%.
«È un fatto positivo che finisca la Cassa integrazione», dice Michele Valentini della Fiom Cgil, «e che tutti tornino al lavoro a tempo pieno, con l’obiettivo di ottenere le certificazioni necessarie per poter operare. Rispetto alle fasi successive del piano industriale valuteremo di volta in volta le azioni della società. In questa fase come organizzazioni sindacali ci interessa lanciare un appello a tutti gli enti locali e alle istituzioni, compreso il Comitato di Sicurezza finanziaria, affinché ci diano una mano. Questa è, per il rilancio della società, un’occasione che non possiamo lasciarci sfuggire. Se dovessimo perdere questa occasione sarebbe un fallimento per tutto il territorio e per tutto il Paese». Primo passo quindi: le certificazioni.
Lavoro tecnico e d’ufficio, per il quale - così è stato comunicato nell’incontro - saranno necessarie nuove assunzioni qualificate. Profili spesso difficili da trovare sul mercato.
Superjet potrebbe per questo chiedere aiuto a Leonardo. Le certificazioni permetteranno di mettersi a lavorare sui 5 aerei già presenti nello stabilimento, e sui quattro Superjet 100 che la società conta di ottenere dal fallimento della società messicana Interjet, ufficialmente fallita lo scorso 12 aprile con l’ordine del tribunale di vendere i beni per pagare i debiti.
Superjet conta di entrare in possesso di 4 aerei, due dei quali erano stato ceduti in leasing, mentre altri due erano stati venduti. Potranno servire per vendere sul mercato pezzi di ricambio. Per superare i prossimi 12 mesi, la fase più delicata per la ripartenza, il fondo Markab guidato da Abdullah Al Qubaisi è pronto a mettere mani al portafogli per 13 milioni di euro. Nel complesso l’accordo prevede investimenti per 190 milioni di euro che dovranno portare alla vendita di 680 velivoli nei prossimi 20 anni, jet da 90-100 posti per le rotte regionali che sono stati pensati in tre versioni per rispondere alle richieste del mercato: cargo, passeggeri e business jet.
Nella nuova architettura industriale pensata dalla società gli aerei verranno costruiti in un nuovo stabilimento da costruire vicino all’aeroporto internazionale di Al Ain. Da qui saranno trasferiti alla sede di Tessera dove verranno personalizzati in base alle esigenze del cliente. L’investimento per costruire lo stabilimento produttivo di Al Ain è di 63 milioni di euro mentre altri 15 ne serviranno per il sistema informativo gestionale e il collegamento tra le sedi di Venezia e quella negli Emirati Arabi Uniti. In base al piano finanziario elaborato, il punto di pareggio è atteso per il 2029. Da qui al 2025 invece è prevista la commercializzazione di 11 aerei usati.
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