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Caro gite scolastiche: presidi e famiglie di Mestre in grossa difficoltà per l’aumento prezzi

Mirella Topazio: «Il costo dell’aereo incide per più del 50%». Alcuni istituti hanno abbassato il quorum di partecipazione

Maria Ducoli
2 minuti di lettura
Il costo degli aerei è salito, alcuni studenti andranno in gita in treno 

Settecentocinquanta euro per cinque giorni in Sicilia, 1000 euro per cinque giorni a Cork, 400 euro per tre notti a Vienna, 200 per due notti a Verona. Le “care” gite scolastiche, sono diventate carissime. «Se prima il prezzo si aggirava intorno ai 400 euro, ora oscilla tra i 650 e i 700» spiega la dirigente scolastica del liceo Stefanini, Mirella Topazio che, per permettere a tutti di partecipare ai viaggi d’istruzione ha abbassato il quorum delle adesioni dal 75 al 65%. Ciò significa che bastano le adesioni del 65% degli studenti di una classe perché una gita possa essere fatta.

«Le famiglie sono in difficoltà», spiega, «in questo modo i ragazzi possono partire anche se i numeri di chi aderisce sono più bassi». Di un altro parere è la dirigente dell’Istituto Barbarigo Algarotti, Rachele Scandella: «Noi non abbiamo abbassato il quorum ma i prezzi, in modo che i viaggi fossero accessibili. I costi sono aumentati del 50%, sia in Italia che all’estero, abbiamo cambiato itinerari quando erano troppo cari».

Al liceo Stefanini, il preventivo per la Sicilia ha suscitato non poca perplessità tra famiglie e docenti. «Ad incidere moltissimo era il costo dell’aereo, più del 50% del prezzo totale. Il problema riguarda i biglietti: rispetto al passato in 24 ore i prezzi schizzano e diventano inaccessibili» commenta la dirigente. «Un’altra classe andrà alle Eolie per uno stage, e in questo caso i ragazzi hanno chiesto di andare in treno. Ci mettono il doppio, ma risparmiano 200 euro» continua Topazio.

L’importante è partire. Lo dicono anche i ragazzi, molti dei quali sono alla loro prima gita vera dopo tre anni, considerando lo stop ai viaggi di istruzione causa pandemia. Nell’anno della ripresa, però, gli istituti sono sempre più in difficoltà tra l’aumento dei costi dei trasporti e dei preventivi delle agenzie di viaggio.

«La ripresa del turismo ha portato a una difficoltà per noi nel contattare le agenzie» spiega la dirigente del Marco Polo, Maria Rosaria Cesari, «non rispondevano ai bandi, in alcuni casi le abbiamo dovute contattare personalmente». Nonostante le tante problematiche, le scuole sono andate avanti, e i presidi sono concordi nello spiegare il motivo: «Abbiamo sentito il bisogno delle famiglie e dei ragazzi di riprendere le gite» continua Cesari. «L’importante» le fa eco Topazio «era favorire la partecipazione del maggior numero di studenti possibile».

«Soprattutto tra le classi quinte» finisce la frase Michelangelo Filannino del liceo Benedetti Tommaseo. Quando necessario, gli istituti hanno deciso di rivedere i contributi interni di solidarietà, basati sull’Isee. In alcuni casi, poi, è partita una vera e propria gara di solidarietà come racconta Cesari. «In un paio di situazioni ho visto docenti e studenti mobilitarsi per non lasciare a casa ragazzi con difficoltà, ed è stato bello vedere questa generosità».

Anche Ilaria Ballarin, vicepresidente della Consulta provinciale degli studenti medi ha sottolineato l’importanza delle uscite didattiche, definite come «uno dei momenti più importanti, soprattutto in quinta». Poi continua dicendo che «non tutti hanno le possibilità per viaggiare se non con la scuola. Ma 1000 euro per 5 giorni è inammissibile». Ilaria, però, in gita di quinta non ci andrà. O meglio, andrà a Mestre, all’M9. Nel suo istituto - lo Scarpa di Fossalta di Piave - da settembre la preside ha vietato viaggi di istruzione.

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