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L’incendio doloso di Sant’Alvise. «Ho visto due ventenni scappare»

La testimonianza del presidente dell’Alvisiana. Dopo lo scoppio è stata evacuata la palestra

M.d.
2 minuti di lettura
L'incendio appiccato a Sant'Alvise 

«Li ho visti. Io ero lì». Così racconta Gianfranco Tagliapietra, presidente della società Alvisiana Pallacanestro. Lui c’era quando le fiamme, nel tardo pomeriggio di venerdì, hanno avvolto il ricovero degli attrezzi nel parco di Villa Groggia, a Sant’Alvise. Non solo, ad essere stati interessati dal fuoco anche i cavi della cabina Enel che si trovava all’interno del capanno e una pianta. Immediatamente si è iniziato a parlare di un’ipotesi dolosa, ipotesi che è stata poi confermata dalle forze dell’ordine.

Ragazzi sui vent’anni

Fondamentale anche la testimonianza di Tagliapietra che ha visto direttamente la scena. «Due ragazzi, sui vent’anni, hanno buttato qualcosa sul terreno che probabilmente avevano già preparato, vicino alla tettoia sotto cui c’era anche un tagliaerba», dice.

In pochi secondi, una scintilla illumina il fazzoletto di erba mentre la sera inizia a scendere a Cannaregio, poi il fuoco divampa. Il legno viene mangiato dalle fiamme, con una forza sempre maggiore. Una colonna di fumo nero e denso si allunga verso le nuvole, la vedono da ogni parte di Venezia.

Le chiamate al 115 infatti sono tantissime, i veneziani sono preoccupati e si chiedono cosa mai stia succedendo in quella che spesso viene definita come una delle parti più tranquille della città. I ragazzi scappano, gridando in dialetto veneziano.

«Sono due del posto», commenta il presidente della squadra.

I resti della struttura 

Evacuata la palestra presa di mira dai vandali

«Abbiamo dovuto far evacuare la palestra, dove i ragazzi si stavano allenando, perché dalla zona interessata dal fuoco si sentivano degli scoppi continui». Tagliapietra spiega che è solo l’ennesimo colpo inferto alla Marsico, che nel giro di un anno ha subito sei spaccate.

Ma non è tutto. Già da tempo, le associazioni e cooperative che utilizzano gli spazi che danno sul giardino dell’ex ospedale pediatrico Umberto I – dall’Anfas, alla ludoteca e alla Casa dell’ospitalità – stanno tenendo sott’occhio la situazione, perché non è insolito che la zona sia colpita da piccoli atti di vandalismo e dispetti vari.

Nella stessa situazione si trova anche il centro sportivo di Sant’Alvise, oggetto di ripetute spaccate lo scorso inverno. «Anche noi avevamo iniziato a prestare attenzione a un gruppo di adolescenti che si aggira qui intorno», spiega il presidente Davide Giorgi, «non credo si tratti, però, delle stesse persone che hanno fatto le loro incursioni qui da noi, in quel caso erano dei malviventi, non dei ragazzini» commenta.

Anche nel caso del centro sportivo, il problema principale riguardava la mancanza di telecamere, cosa che permetteva ai ladri di avventurarsi nella struttura in maniera indisturbata.

«Da dieci anni stiamo chiedendo al Comune la videosorveglianza» commenta con amarezza. Richieste che cadono nel vuoto, come l’ultima, solo di un mese fa. «Quando ci è stato chiesto se avessimo bisogno di investimenti in nuove attrezzature» continua, «ho risposto agli assessori che abbiamo bisogno di interventi sulla sicurezza, ma per ora non hanno risposto». 

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