La tassa più evasa dai veneziani? Il bollo auto
Lo dice una indagine di Adico che chiede un fisco più amico dei cittadini. Al secondo posto il Comune di Venezia e poi il Consorzio Acque risorgive

La “tassa” più evasa dai veneziani? Il bollo auto. Un terzo delle cartelle esattoriali arriva dalla Regione ma tra gli enti creditori vi è anche il Comune (imposte locali e multe) e il Consorzio Acque Risorgive
Qual è l’Ente più “ostico” per i contribuenti veneziani? Non c’è dubbio, la Regione Veneto. Lo dice una ricerca dell’associazione dei consumatori Adico.
Provengono da palazzo Balbi, infatti, oltre un terzo delle cartelle esattoriali recapitate negli ultimi anni ai cittadini del centro storico e della terraferma e gran parte di queste si riferiscono a bolli auto non pagati. Al secondo posto di questa peculiare classifica si piazza il Comune di Venezia: un sollecito su quattro arriva dagli uffici di Ca’ Farsetti che punta a recuperare tributi locali e multe di varia natura da cittadini risultati finora morosi. Sul podio anche il Consorzio Acque Risorgive a causa di un balzello tanto incompreso quanto evaso dalle famiglie.
L’analisi di Adico
Il quadro dei debiti fiscali pendenti sui cittadini veneziani nasce sulla scia della rottamazione quater che sta interessando un gran numero di contribuenti del nostro territorio. Adico ha preso in esame 53 cartelle esattoriali appartenenti a mestrini e veneziani che si sono rivolti all’associazione proprio per usufruire del servizio dedicato alla definizione agevolata. Il risultato? Eloquente perché descrive in modo preciso il rapporto conflittuale fra i cittadini e alcuni tributi particolarmente invisi e, appunto, evasi. Ma quantifica anche l’impatto della rottamazione che, secondo l’analisi di Adico, permette un risparmio medio del 31%, grazie alla cancellazione di interessi, sanzioni e aggi sull’importo totale.
Gli Enti creditori
La Regione (con il 34% delle cartelle analizzate) la fa da padrona e questo a causa soprattutto del bollo auto, vera spina nel fianco per gli automobilisti veneziani, veneti e, diciamolo pure, italiani, tartassati già da altri balzelli diretti e indiretti che trasformano la macchina in una slot machine mangiasoldi. Un quarto dei debiti iscritti a ruolo (24,5%) arriva dal Comune in relazione a imposte locali come l’Imu ma anche a sanzioni di varia natura, tipo multe stradali. Dopo il Consorzio, terzo in classifica, troviamo l’agenzia delle Entrate di Torino, leggi, la Rai. Stiamo ovviamente parlando di canoni tv contestati anche se da luglio 2016, con l’inserimento dell’obolo nella bolletta elettrica, il tasso di evasione è inevitabilmente crollato. Il 7,5% delle cartelle prese in esame, poi, si concretizza in contestazioni della stessa Agenzia delle Entrate riguardanti i contributi Irpef. Alla voce “altro”, che annovera l’11,3% degli avvisi, troviamo la Prefettura o il centro operativo dell’ Entrate di Pescara che si occupa della riscossione di vari tributi anche nel nostro Comune. Dall’indagine sono escluse invece la cartelle recapitate a imprenditori, commercianti e artigiani il cui incubo è rappresentato, in primis, dalle sanzioni (spesso salate) per contributi non versati.
Gli importi contestati
A proposito di importi, le cifre di ogni singola cartella possono oscillare dalle poche decine di euro fino ai 1.500, 2 mila euro. Fra le persone che si sono rivolte ad Adico, i debiti totali - riferiti dunque a tutte le cartelle in capo al singolo socio e oggetto di definizione agevolata - variano dai 500 ai 3 mila euro come somme totali. Con il taglio di interessi, aggi e sanzioni, il carico si riduce in media del 31%.
Fisco amico
«L’analisi è specchio di una tendenza che avevamo rilevato in altre occasioni con altri tipi di indagini - commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. La tassa più evasa è il bollo auto e sarebbe il caso di pensare davvero a una sua abolizione, tenendo conto che gli automobilisti sono già più che tartassati. Chiaramente per farlo bisogna individuare altre fonti di finanziamento, tema che riguarda anche molti altri balzelli invisi ai più. Per quanto riguarda il Consorzio Acque Risorgive c’è poco da dire. E’ un contributo che in molti non capiscono anche perché ricade solo su una parte della famiglie, quelle che in teoria traggono beneficio dall’attività di bonifica. La definizione agevolata - prosegue Garofolini - dà respiro a diverse persone in reale difficoltà, questo è fuori discussione. Di certo, però, aiuta anche qualche furbetto che non avrebbe avuto alcun bisogno dell’aiutino. Sentendo le storie di molti soci che si sono rivolti a noi per farsi assistere nella richiesta di definizione, abbiamo constatato che senza questo intervento, che permette pure un’ampia rateazione, molti cittadini avrebbero rinviato i pagamento a data da destinarsi. Aggiungiamo però che questo condono fiscale, perché di questo si tratta, deve essere un’eccezione, per quanto molto utilizzata anche in passato, e non una regola. Altrimenti ha ragione chi dice che questo è solo un regalo agli evasori e, ancor peggio, favorisce proprio l’evasione futura».
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