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Via crucis sul lungomare di Caorle, il Patriarca e i giovani in preghiera

Pomeriggio di raccoglimento per i ragazzi di tutte le parrocchie del Patriarcato, arrivati a Caorle con il maltempo e il mare in burrasca

Rosario Padovano
1 minuto di lettura

I giovani della diocesi in via crucis sul lungomare

 

Pioggia, mare in burrasca e molto freddo. Così Caorle oggi pomeriggio ha accolto il Patriarca Moraglia per la Via Crucis diocesana dell’ultimo venerdì prima della settimana santa.
Don Danilo Barlese sul sagrato del santuario Madonna dell’Angelo, ha svelato ai presenti: «Ho chiesto alla Madonna, in preghiera, di regalarci un momento di penitenza con la Via Crucis e con questo tempo mi sa che siamo stati accontentati».
Attorno alla croce, sostenuta da persone giovani, c’erano ragazzi provenienti da tutte le parrocchie del Patriarcato, in particolare da quelle più vicine a Caorle, come Eraclea e Jesolo.Numerosi i ragazzi che suonando la chitarra hanno accompagnato la funzione religiosa con i loro canti.
Il Patriarca, senza ombrello, senza aver fatto in tempo a indossare i paramenti sacri, ha guidato il percorso alle stazioni. Via via si è accodata sempre più gente, sebbene la pioggia crescesse di intensità. E sono i fedeli il vero prodigio di questa Via Crucis diocesana.
Sono almeno cinque i ragazzi a sostenere la pesante croce in legno, a grandezza simile a quella che trasportó Gesù prima di esservi inchiodato.
La gente l’ha seguita lungo Scogliera Viva mentre le onde del mare si infrangevano con violenza sulla barriera.
Non sono mancati i riferimenti alla sofferenza e alla guerra. Dopo la stazione in cui Gesù incontra le pie donne si trasmette un videomessaggio di una ragazza ucraina che testimonia la violenza cui è sottoposto il popolo ucraino. Moraglia ha osservato e ascoltato con lo sguardo teso, poi basso. «Gesù oggi sarebbe crocifisso in Ucraina e non si può non essere partecipi alle sofferenze di quel popolo».
La Via Crucis é ripresa, con uno sguardo alla storia e la testa protesa all’attualità, sotto il servizio d’ordine della polizia locale. Il percorso più lungo del previsto, l’ingresso in duomo, le parole del Patriarca. Una tappa fondamentale per la storia parrocchiale della città e, in particolare, nel rafforzare i legami tra la Chiesa e i giovani.

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