Presunte tangenti in Comune a Santa Maria di Sala, ora spuntano i concorsi pilotati
Nell’inchiesta compare anche l’accusa di abuso d’ufficio e rivelazione di segreto al dirigente dell’Ufficio tecnico: avrebbe passato temi e domande delle prove
r.d.r.
Nell’inchiesta sul “caso Santa Maria di Sala”, tra presunte tangenti all’ex sindaco Fragomeni & Co. in cambio di autorizzazioni urbanistiche - secondo le accuse mosse dalla pm Federica Baccaglini - saltano anche fuori possibili concorsi comunali “pilotati”.
In questo caso, si tratta di accuse di abuso d’ufficio e rivelazione di segreto mosse al dirigente dell’Ufficio tecnico Carlo Pajaro: per la Procura avrebbe passato temi e domande delle prove a due candidati, facendo loro così superare il concorso di “istruttore tecnico categoria C1”. Ad un terzo, avrebbe passato fogli con gli argomenti di gara per Istruttore direttivo raccomandandosi di bruciarli : “e quando hai finito,...., fai si dice Pirola Parola”, un falò.
Sono 16 in tutto le persone per le quali la pm ha chiuso le indagini: accuse, non sentenze. Ma prima di formalizzare la richiesta di rinvio a giudizio anche Nicola Fragomeni (sinora silente) potrebbe decidere di farsi interrogare. Baccaglini contesta l’associazione per delinquere finalizzata «a commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione, quali corruzione, induzione indebita a dare o promettere danaro o utilità, costituendo uno stabile sodalizio».
Con ruoli precisi: «Il sindaco Nicola Fragomeni, quale promotore (...) sfruttava la propria veste per indirizzare le scelte urbanistiche comunali; il consigliere comunale Ugo Zamengo quale organizzatore, forte della sua lunga esperienza politica e professione di ingegnere, suggeriva le strategie per rendere gli atti funzionali all’indebito arricchimento; il geometra Pajaro quale braccio operativo; l’architetto Marcello Carraro «potenziali affari», in cambio di «incarichi professionali ben remunerati». Se vi siano reati, lo stabiliranno i giudici. Tra le accuse mosse all’ex sindaco anche i favori all’azienda di famiglia Fragomeni Group, per piazzare le ricercatissime (allora) mascherine anti-Covid ai Comuni. Fratello, nipote, cognato tra gli indagati. Come pure la moglie, per la spesa di 50 buoni destinati alle famiglie colpite dall’emergenza pandemica: peculato. —
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