Italia Nostra: «Spreco di soldi pubblici, ecco perché lo stadio a Mestre non si può fare»
Il ricorso al Tar dell’associazione ha contribuito al provvisorio stop del progetto da parte della Commissione europea
Mitia Chiarin
Caso «Bosco dello sport» e stop della Commissione europea. Interviene Italia nostra di Venezia per dare voce al ricorso depositato al Tar in questi ultimi giorni contro il progetto di stadio e palazzetto finanziato da fondi comunali e Pnrr, valore 308 milioni di euro. L’associazione ambientalista aveva già presentato, il 22 aprile del 2022, una denuncia alla Commissione Europea sul progetto, ritenuto ora “non ammissibile a fondi Pnrr”, ma su cui il governo ha ottenuto un altro mese di verifiche.
Quali sono le motivazioni del ricorso al Tribunale amministrativo. Spiega il consiglio direttivo di Italia Nostra Venezia. Anzitutto «l’impiego dei fondi Pnrr – destinati alla rigenerazione urbana, edilizia e sociale, e all’efficientamento energetico e idrico - per una nuova edificazione in area agricola di pregio. L’intervento proposto prevede infatti la realizzazione di uno stadio per il calcio, un palazzetto dello sport per la pallacanestro e per eventi musicali, edifici di servizio, parcheggi (anche interrati), opere di urbanizzazione e viabilità di collegamento per un totale di superficie pavimentata-costruita di 36,56 ettari, su un suolo attualmente interamente agricolo, nella zona costiera della Laguna di Venezia».
E continuano a spiegare: «L’area di intervento è caratterizzata da una sistemazione agraria tradizionale veneta dei territori di bonifica, con presenze accertate di specie ornitiche di interesse conservatoristico, ed è limitrofa alla zona speciale di conservazione “Laguna superiore di Venezia” e alla zona di protezione speciale “Laguna di Venezia” tutelate, rispettivamente, da due direttive europee, “Habitat” e “Uccelli”. L’ambito si trova inoltre all’interno della progettata Buffer Zone del sito Unesco “Venezia e la sua Laguna”».
Italia Nostra ribadisce la sua critica: «Il progetto si pone in contrasto con le finalità del Regolamento UE Next Generation EU, per il quale tutte le misure dei Piani nazionali devono soddisfare il principio di “non arrecare danno significativo agli ambienti naturali”. È palese il contrasto con gli obiettivi stessi del Green Deal europeo, che mira a una rivoluzione verde e allo sviluppo sostenibile. Fra le altre motivazioni del ricorso ricordiamo la delibera di Variante urbanistica» che ha visto le prescrizioni della Commissione Vas in merito al bypass di Tessera, «e il bando di gara per l’esecuzione delle opere che è stato avviato il 30 dicembre 2022, mentre la destinazione urbanistica dei suoli era ancora agricola (l’Accordo di programma in Variante è stato ratificato solo il 23 febbraio 2023). Per questi motivi Italia Nostra auspica il fermo del pesante intervento, che comporta un alto consumo di suolo, prevede un’ingentissima spesa, ed è in contrasto con i regolamenti europei».
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