La Commissione europea stoppa il nuovo stadio di Venezia: «Intervento non ammissibile a fondi Pnrr»
Governo e Ue concordano una proroga di trenta giorni per la valutazione. Costerà trecento milioni, un terzo da fondi europei
Daniele Ferrazza
Cartellino giallo dell’Europa sul nuovo stadio di Venezia. La Commissione di Bruxelles non lo ritiene coerente con le finalità e gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e minaccia la bocciatura del progetto, attualmente in fase di gara d’appalto.
Un colpo durissimo per il Comune e per Luigi Brugnaro, che del nuovo stadio – oltre 300 milioni di euro completamente pubblici, di cui quasi un terzo provenienti dai fondi del Pnrr – è il principale artefice. Nel pomeriggio il sindaco parla con il ministro Fitto e assicura: risolveremo.
La grana, sottotraccia da qualche giorno, deflagra in serata quando una nota di Palazzo Chigi conferma che la valutazione del progetto richiederà «altri 30 giorni».
Stessa sorte per il restyling dello stadio Artemio Franchi di Firenze, sotto osservazione insieme alle concessioni portuali e alle reti di teleriscaldamento, altre misure finanziate dal Pnrr sulle quali l’Europa nutre più di qualche dubbio.
Il delicato lavoro diplomatico sulla linea Roma-Bruxelles per adesso scongiura il peggio. Ma la partita è tutt’altro che chiusa, nonostante la rassicurazioni espresse da Ca’ Farsetti, che in serata annuncia un’intervista e poi preferisce rilasciare un comunicato stampa.
La nota del governo recita che «a seguito degli incontri del Ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto con il Commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, e con la task force Pnrr della Commissione Ue, è stato concordato di prolungare di un mese la fase di assesment (valutazione, ndr)», dei progetti del nuovo stadio di Venezia e di quello di Firenze. E ciò «per consentire ai servizi della Commissione di completare le attività tecniche di campionamento e verifica, proseguendo la proficua discussione che ha già consentito di valutare positivamente la maggior parte dei target fissati per il 31 dicembre 2022».
Al di là della diplomazia, che diffonde «apprezzamento» per le azioni del governo, la nota è una doccia fredda: saranno «oggetto di ulteriore approfondimento tre misure che erano state approvate dal precedente Governo.
Le concessioni portuali, per le quali la Commissione ritiene necessario un ulteriore approfondimento, proponendo di limitarne la durata massima; (...) le reti di teleriscaldamento, per le quali la Commissione ha messo in dubbio l’ammissibilità di alcuni interventi; (...) i Piani Urbani Integrati, approvati il 22 aprile 2022, per i quali la Commissione ha contestato l'ammissibilità degli interventi relativi al “Bosco dello Sport” di Venezia e allo “Stadio Artemio Franchi” di Firenze».
Al governo italiano tocca ora fornire nuovi elementi «a sostegno dell’ammissibilità» di tutti questi interventi, «in particolare quelli previsti nei Piani Urbani Integrati di Venezia e Firenze. Il governo continuerà a lavorare in modo costruttivo con la Commissione Europea per garantire il positivo completamento delle attività di valutazione».
Al di là del rigoroso linguaggio euroburocratico, la sostanza è questa: i fondi del Pnrr dovrebbero servire ad altro.
Come ha notato qualche tempo fa il banchiere fiorentino Lorenzo Bini Smaghi, a proposito dello stadio dei viola: «Come tifoso sono contento, ma mi domando quale possa essere la reazione dei contribuenti dei paesi del Nord Europa all’idea che le loro tasse vengano usate in questo modo».
Articoli rimanenti
Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
1€ al mese per 3 mesi
Sei già abbonato? Accedi
Sblocca l’accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
I commenti dei lettori