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Tuffo dal tetto del palazzo di Venezia, caccia al protagonista della bravata. In arrivo multa e Daspo

L’episodio la mattina del 24 marzo a San Pantalon, controlli della polizia locale. Sdegno online dei cittadini: «Ennesimo sfregio»

Eugenio Pendolini
3 minuti di lettura
Il tuffo dal palazzo all'alba del 24 marzo 

Se n’erano viste di tutti i colori, a Venezia. Ma un tuffo in canale da dieci metri d’altezza, alle 7 di mattina, mancava al campionario. Ora è caccia al tuffatore provetto - tecnica rivedibile e dolore assicurato per la spanciata - e ai suoi tre complici con tanto di telecamera al seguito. Per riprendere la bravata e pubblicarla online: l’unica preoccupazione che ormai sembra contare.

Multa in vista per loro, e Daspo come del resto era già successo in passato per i tanti, troppi episodi di inciviltà a Venezia. In attesa della sanzione, che ci sarà, il danno è però già fatto. Ed è alla reputazione della città.

Basta fare un giro su internet, spulciare i social in cerca delle parole “tuffo a Venezia”, per capire come l’episodio nel giro di una mezza giornata abbia già fatto il giro del web. Scatenando reazioni di ogni tipo, sdegno, ironia. E frustrazione, quella dei residenti che non vogliono rassegnarsi a queste scene. O

ra, si diceva, la polizia locale sta analizzando le telecamere della zona per ricostruire l’identità del gruppo, di origine straniera, di età tra i 20 e i 30 anni. Si attende un passo falso, come ad esempio la pubblicazione online del video con la bravata. Non solo. La polizia locale sta anche cercando di capire come abbia fatto a salire sul tetto dell’edificio.

L’IMPALCATURA

Sentiti alcuni proprietari di casa, in base alle prime indicazioni il tuffatore avrebbe utilizzato un’impalcatura in campiello Ca’ Angaran. Ad aspettarlo, altre tre persone arrivate in campo San Pantalon fin dalle sette di mattina.

Un orario in cui, solitamente, il campo adiacente a Santa Margherita è attraversato solo da chi si reca a lavoro. Ecco perché la presenza del gruppetto che stazionava sul ponte ha destato immediatamente qualche sospetto tra gli abitanti della zona che si sono affacciati dalle finestre. Una volta comparso sul tetto, poi, a poco è servito il tentativo di qualche passante di dissuadere il tuffatore: «Cosa fai? Non tuffarti, l’acqua è bassa!». Ormai però il “ciak” era iniziato. Inutile dire i rischi che ha corso: cosa sarebbe successo se in quel frangente fosse passata un’imbarcazione?

Venezia, si tuffa in canale dal tetto di un palazzo e prende una spanciata mostruosa

I PRECEDENTI

Con la primavera e la bella stagione alle porte, l’ennesimo episodio chiama in causa nuovamente il degrado e l’inciviltà di quei visitatori che vedono nella città come una terra di nessuno, dove tutto è consentito.

Che si tratti di tour alcolici molesti (basta camminare durante i weekend per Strada Nova o Erberia), di tuffi in canale dai ponti (Calatrava, Rialto, Scalzi, puntualmente ripresi online e sanzionati dalle forze dell’ordine), di risse e schiamazzi nei luoghi caldi della movida (Erbaria, campo Santa Margherita), barchini sparati a tutta velocità in canale (rio di Cannaregio), si fatica ad arginare la maleducazione e l’indifferenza per la delicatezza della città.

Per citare un altro esempio, solo pochi giorni fa un altro video aveva fatto il giro dei social. Ripreso in primo piano c’era un ragazzo che saltava a piè pari il rio dei Miracoli fino a raggiungere, con un’acrobazia tipica del parkour, la celebre chiesa del quindicesimo secolo. Ora il sospetto della polizia locale è che dietro a quel video, così come dietro al tuffo di ieri mattina, ci sia un’unica regia.

Venezia, il parkour tra le calli e ora anche attraverso i canali

LE REAZIONI

Sdegnato il coro di reazioni, a cominciare dal sindaco Luigi Brugnaro: «A questo bisognerebbe dargli la patente dello stupido, stiamo cercando di identificarli. Ha rischiato la vita. Sono veri delinquenti che non si rendono conto del pericolo che creano alla città. Pensate se fosse passata in quel momento una barca sotto. Dico ai ragazzi: non fate a gara, non fate queste stupidaggini per qualche like in più sui social».

«Quanto accaduto stamane a Venezia è vergognoso e soprattutto è un insulto alla fragilità della città e a tutti noi veneti», così invece il presidente della Regione Luca Zaia.

Dello stesso avviso anche Andrea Martella (Pd): «Albert Einstein affermava che "Solo due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima”. Mi rendo conto che la stupidità non è facilmente arginabile ma occorre lavorare per restituire alla città decoro e anche il rispetto che la sua bellezza dovrebbe incutere in ciascun visitatore».

Sono in tanti a chiedere maggiori controlli. Si cerca di arginare i comportamenti sopra le righe nei luoghi solitamente più battuti dai flussi turistici, che spesso e volentieri corrispondono agli episodi di inciviltà.

E così ecco che negli ultimi anni hanno fatto la loro comparsa i “guardians” a San Marco. Stesso discorso vale per le pattuglie che il sabato sera attraversano l’Erberia e campo Santa Margherita.

Ma controllare ogni angolo della città diventa impresa impossibile. Figuriamoci i tetti e le impalcature davanti agli edifici. Lì serve educazione e rispetto per una città unica e fragile.

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