Fondi Pnrr per il nuovo stadio a Tessera: la commissione europea apre una verifica
La Commissione europea sta verificando la congruità degli investimenti la correlazione tra interessi privati e pubblici e l’impatto sull’ambiente del Bosco dello sport
Mitia Chiarin
Anche il progetto per stadio e palazzetto a Tessera, ribattezzato “Bosco dello sport” è sotto esame dell’Europa che sta valutando i progetti italiani finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Una inchiesta sui fondi Pnrr con la preoccupazione del commissario Gentiloni sui ritardi italiani per un Piano che è, come noto, scandito da ferrei controlli e tabelle di marcia, come riporta La Stampa, evidenzia che il progetto tanto caro all’amministrazione Brugnaro è sotto la lente delle verifiche della Ue.
E ci sono vari aspetti in corso di verifica: in primis i possibili interessi privati in impianti finanziati da Pnrr e fondi del Comune di Venezia.
La gestione degli impianti sarà affidata ai privati ed è ovvio il legame, per il palazzetto, con la Reyer, società tanto cara al primo cittadino.
E si stanno verificando osservazioni, come quelle di Italia Nostra Venezia che avevano evidenziato che i terreni dove far nascere palazzetto e stadio non sono aree degradate, bensì una zona agricola e quindi non si sarebbe in linea con le finalità del Piano nazionale e le sue azioni: ovvero che non si non arrechino danni significativo all'ambiente.
Serve davvero questa operazione? Gli esperti Ue avranno una parola decisiva, perché ne va del finanziamento europeo al progetto. A confermare nei giorni scorsi l’attento esame del progetto era stato anche lo staff di Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, che ha risposto alla lettera inviata dal consigliere comunale Giovanni Andrea Martini.
Lo staff della presidente ricorda che il progetto è rilevante per l’investimento metropolitano che comprende altri impianti ed interventi dei Comuni, finanziato con la Missione 5 – componente 2 – del Pnrr italiano. Ed «è attualmente in corso di valutazione da parte della Commissione», nell’ambito della valutazione della terza parte di pagamenti richiesti. «I nostri servizi stanno analizzando che tutti i requisiti della decisione di attuazione del Consiglio siano soddisfatti, compreso il rispetto del principio Dnsh», scrivono gli uffici. Dnsh è l’acronimo dell’inglese Do No Significant Harm. In italiano, non arrecare danni significativi all’ambiente.
«Conosciamo bene le caratteristiche del progetto “Bosco dello Sport”, di cui le autorità hanno condiviso ampia documentazione rilevante e che stiamo valutando approfonditamente», spiega lo staff.
Quindi il Bosco dello Sport è sotto stretto esame dell’Europa. Ma lo è anche a casa nostra. Come ha evidenziato il consigliere Marco Gasparinetti di Terra e Acqua, i costi sono lievitati. Per stadio e palazzetto si spendono 308 milioni di euro, causa extracosti dei materiali.
Cifra confermata dall’assessore al bilancio Michele Zuin che si è premurato a ribadire che è lo Stato italiano a coprire l’aumento di 24, 5 milioni di costi del progetto. Ma il consigliere resta preoccupato, perché - ricorda- quella copertura, voluta dal governo Draghi, vale per i progetti finanziati dal Pnrr. E se i fondi non arriveranno, che succede? Intanto gli uffici comunali procedono in queste ore a formalizzare l’accordo con Cassa depositi e prestiti per un mutuo flessibile da 44,5 milioni di euro (preammortamento di 3 anni fino al dicembre 2026 e ammortamento di 26 anni fino al 2052, con 52 rate semestrali) per garantire la realizzazione dell’opera.
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