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Schianto mortale contro la bricola. Al timone della barca l’amico senza patente. Proprietario a giudizio

Nell’incidente morì “Maciste” Argagnotto, il processo si apre per il titolare del natante Matteo Maistrello

roberta de rossi
Aggiornato alle 1 minuto di lettura
La vittima Cristiano “Maciste” Argagnotto, aveva 51 anni 

Per la morte di Cristiano “Maciste” Argagnotto – avvenuta a 51 anni il 13 agosto del 2020, nell’impatto contro una bricola della barca sulla quale viaggiava con due amici – è ora chiamato a rispondere il proprietario dell’imbarcazione.

Ieri, infatti – accogliendo la richiesta della Procura, con la costituzione di parte civile degli avvocati Simone Zancani e Guido Simonetti, per la famiglia di Argagnotto – il gip Luca Marini ha rinviato a giudizio Matteo Maistrello, con l’accusa di cooperazione in omicidio colposo e naufragio: la Procura gli contesta di aver permesso che “Maciste” si mettesse al timone di un’imbarcazione con il motore potenziato, seppur ubriaco (aveva un valore di alcol tre volte tanto il limite massimo) e senza la patente nautica.

La versione della difesa

Una ricostruzione che l’avvocato difensore Michele Maturi ha contestato in sede di udienza, chiedendo la nullità delle analisi del sangue (a suo dire, effettuate senza avvisare un avvocato difensore: Argagnotto è morto 5 giorni dopo l’impatto violentissimo) e della proroga dell’autopsia.

Il legale ha anche contestato che non siano stati fatti accertamenti a livello nazionale, per verificare che Argagnotto, trasportatore, avesse o meno la patente nautica. Ma il gup Marini ha respinto in blocco le eccezioni: Matteo Maistrello si dovrà così difendere in aula dalle accuse. Il processo avrà inizio il 5 luglio, davanti al Tribunale collegiale. Nelle scorse settimane, invece, la Corte di Cassazione aveva accolto un altro ricorso dell’avvocato Maturi, dissequestrando l’imbarcazione e restituendola al proprietario.

La ricostruzione dell’incidente

Al centro dell’inchiesta, la ricostruzione dell’incidente effettuata dal consulente della Procura, il capitano Diego Ammirati.

Secondo la ricostruzione, la barca sulla quale i tre stavano viaggiando andava oltre i 40 chilometri orari. Nell’impatto, Maistrello era finito in acqua, mentre per il consulente è credibile che Argagnotto - visto che lo scontro con la bricola è avvenuto a destra - fosse seduto dietro, al timone della barca. Una ricostruzione contestata dalla parte civile.

L’incidente era avvenuto nel tardo pomeriggio.

Dopo essere stato soccorso, Argagnotto era stato ricoverato all’ospedale di Mestre con un grave trauma cranico. Poi le sue condizioni si erano aggravate, fino alla morte, dopo 5 giorni. —

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