Nuova casa di riposo a San Donà, incognita apertura. L’orrore delle violenze allunga i tempi
L’inaugurazione era prevista per Pasqua: la gestione è la stessa della rsa finita nella bufera. Intanto monta la polemica. Fdl: «La Regione deve rivedere le sue regole»
Giovanni Cagnassi
L’ingresso della casa di riposo “Monumento ai Caduti”, travolta dallo scandalo
Si annunciano tempi lunghi ìper l’inaugurazione della nuova casa di riposo in via Calnova a San Donà, in gestione a Isvo Srl, la stessa della Monumento ai Caduti, i cui lavori sono terminati. Doveva essere inaugurata a Pasqua, per poi aprire ai primi ospiti forse a primavera inoltrata, ma questo periodo cupo non concilia una cerimonia del taglio del nastro.
Intanto sul fronte dell’indagine sulla rsa degli orrori, l’anziana deceduta, prima ricoverata nel modulo viola, era stata trasportata all’ospedale per un’ecchimosi all’emitorace, poi rientrata in casa di riposo, ma in un altro reparto. A seguito di un nuovo ricovero per problemi respiratori, era infine deceduta. Resta da capire, dunque, se il decesso sia legato in qualche modo alle percosse ricevute.
A chiarire questo sospetto della Procura, sarà solo l’autopsia. In caso ci fosse un nesso, il quadro accusatorio cambierebbe notevolmente, aggravandosi ancor di più, fino all’ipotesi omicidio.
Nuova casa di riposo
La nuova struttura realizzata in via Calnova si sviluppa su 7.500 metri quadrati, corpo centrale su due piani, camere per complessivi 120 posti letto e altri locali per i servizi di medici e operatori sanitari. Un piccolo parco, zone verdi, aree di sosta e parcheggio. L’investimento è di 11 milioni di euro da parte di Isvo, Impresa socio-sanitaria del Veneto orientale, società pubblico-privata, al 48% di Ipab, la parte pubblica.
L’inaugurazione prevista a Pasqua e l’apertura ufficiale, con gli accreditamenti della Regione alcuni mesi dopo, non è al momento decisa, alla luce dell’atmosfera che aleggia sulla struttura di via San Francesco.
Le polemiche
«Dopo quello che è accaduto», dice Massimiliano Rizzello, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, «tanti sono gli interrogativi che ci poniamo anche su Isvo Srl. Chiediamo alla Regione di rivedere tutto, alla luce dei gravissimi episodi che si sono verificati nella struttura di via San Francesco, gestita da questa società».
Per Gianluca Forcolin, che con la sua lista parteciperà alle prossime elezioni amministrative a sostegno del candidato sindaco Alberto Teso, il danno all’immagine della città è di grandi proporzioni e non può non coinvolgere il Comune.
Maria Carla Midena, anche lei nella lista di Forcolin con Costante Marigonda, esprime la preoccupazione per il grande vuoto che si sta creando nei servizi agli anziani, la mancanza di fiducia. E Alberto Teso interviene: «In Consiglio, il compianto consigliere Carlo Patera aveva denunciato la grave condizione di disagio alla casa di riposo già diversi anni fa, supportato da segnalazioni dei familiari. Pensiamo al caso di Davide Barresi, accusato di violenza sessuale, condannato nel 2018 a Belluno, poi assolto a maggio 2022 e arrestato a San Donà il 25 novembre. Vogliamo capire quando ha iniziato a lavorare a San Donà, perché se era ststo assunto prima di maggio, aveva ancora una condanna di primo grado valida».
Pioggia di denunce
L’avvocato Luca Pavanetto di San Donà sta raccogliendo varie segnalazioni delle famiglie per un’eventuale azione collettiva. Già assiste i familiari di Bruno Tonon, anziano di Cavallino che aveva inavvertitamente ingerito della soda caustica destinata alle piante e poi morto dopo due mesi di agonia.
Per ora la direzione e i sindacati hanno confermato che non ci sono richieste di trasferimenti degli anziani dalle famiglie preoccupate né da parte dei dipendenti.
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