Medico sotto accusa, il comitato: «Scelta inopportuna»
Il movimento per la salute pubblica di Cavallino-Treporti scrive a sindaco, Ulss 4 e Ordine dei medici
Francesco Macaluso
«Inopportuna e non risolutiva la scelta provvisoria di inviare sul litorale il dottor Posocco in sostituzione del dottor Pesce. Molti pazienti non si fanno visitare e si rischia che per questo motivo rinuncino alle cure». Presa di posizione ufficiale da parte del Movimento per la sanità pubblica di Cavallino-Treporti che sabato mattina, dopo aver allestito i banchetti di fronte al supermercato A&O Punta Gialla, ha preso in mano carta e penna per inviare una missiva indirizzata ai residenti del comune litoraneo, all'Usl 4, alla sindaca Roberta Nesto ed all'Ordine dei medici di Venezia. La prima cittadina, per infondere fiducia nel professionista aveva riferito che la situazione era monitorata e sotto controllo nonostante al dottor Posocco nel 2019 era arrivata la condanna definitiva dalla Corte d’ Appello di Venezia per abusi sessuali commessi quando esercitava a Visnadello nel Trevigiano circa 12 anni prima. Dal 2012 esercitava a Musile, con ambulatorio in via Roma, e a Noventa in via Guaiane. Il medico allora aveva patteggiato 2 anni per violenza sessuale, risarcendo le vittime con centomila euro.
«Il dottor Posocco in passato è stato arrestato», avvertono dal Movimento per la sanità pubblica, «e condannato dalla Corte di Appello con risarcimento alle vittime. Tale situazione, ovviamente, non facilita l'accesso al servizio e più assistiti possono rinunciare al servizio fornito dal medico. Per i cittadini di Cavallino-Treporti oltre il danno anche la beffa. Da più tempo infatti denunciamo la grave carenza di medici di medicina generale a Cavallino-Treporti dove si registrano solo cinque medici locali, con i colleghi jesolani senza ulteriori posti liberi, a fronte di una presenza di circa 12.000 abitanti over 14 anni, di cui il 25% ha superato i 65 anni, quindi in buona parte portatori di cronicità, fragilità e pluripatologie. I medici operano in condizioni di enormi difficoltà e stress lavorativo con abbassamento della qualità medico assistenziale e lunghe liste di attesa che ostacolano diagnosi veloci nelle cure primarie, costringendo gli assistiti a rivolgersi al privato».
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