Siccità e cuneo salino, nel Veneto orientale scatta l’allerta per i fiumi
La preoccupazione dei responsabili dei consorzi di bonifica: «Irrecuperabile il deficit accumulato nelle falde». Discussione in Regione su cosa fare per fronteggiare la situazione
Il cuneo salino sta risalendo il corso del Livenza. È allarme su tutti i fiumi. Venerdì vertice in Regione tra rappresentanti dei consorzi di bonifica e gli assessori. Monitoraggio continuo anche sul fiume Tagliamento, che è un fiume torrentizio e quindi potrebbe respingere meglio il sale e il Piave, corso d’acqua che nella parte alta del Veneto comincia a patire la mancanza d’acqua degli affluenti.
I consorzi di bonifica sono preoccupati. Il rischio di trovarsi con una bella stagione più problematica del 2022 è concreto.

Nel Veneto orientale si mobilitano i sindaci. Tutti si ricordano, soprattutto i turisti e gli albergatori, cosa è accaduto dall’oggi al domani nella seconda metà di luglio a Caorle, quando la gente si è ritrovata senz’acqua corrente. Il problema della risalita del cuneo salino fino a 30 chilometri su Livenza, di fatto, aveva impedito alle pompe di incanalare acqua verso il depuratore da quel fiume: quell’acqua era infatti piena di sale. Solo dopo la realizzazione di un collettore, con l’aiuto della Regione risolse il problema: attraverso un collettore che collegasse le acque del canale di acqua dolce Brian al depuratore. Quel collettore è ancora in funzione: cattura le acque più a nord del canale e le depura.
"La nostra battaglia per coltivare il riso nonostante la siccità"
In Regione si discuteranno le linee guida in attesa che torni a fare capolino la pioggia, annunciata ma mai arrivata. Domani i direttori dei Consorzi sono convocati in Regione dagli assessori alla difesa del suolo e dell’agricoltura per valutare la situazione e capire cosa fare per fronteggiare la prevista siccità estiva. Sussistono problemi di assenza di risorse idriche sia per le aree di collina, che di pianura ed anche per quelle poste sotto il livello del mare.

«Mancano le piogge» spiegano dal Consorzio di Bonifica Veneto Orientale «gli invasi dei laghi montani sono solo al 30% di riempimento, non c’è neve, le falde sia freatiche che artesiane continuano ad abbassarsi, invece di alzarsi come dovrebbe essere in questo periodo. Speriamo in una primavera molto piovosa ma senza bombe d’acqua, affinché facciamo scorta per l’estate. Comunque non sarà sicuramente recuperabile in una stagione il deficit accumulato finora nelle falde. Neve, ghiacciai, laghi e falde da due anni sono tutti in fase calante, dovesse invertirsi la tendenza ci vorrebbe almeno un anno per tornare alla normalità. Dobbiamo monitorare con attenzione ciò che succederà nelle prossime settimane e misure».

A rischio anche il turismo dell’entroterra. Il fiume Lemene alla vecchia Dogana non è mai stato così basso.
«Al momento la navigabilità del fiume Lemene è garantita» ha dichiarato Florio Favero, primo cittadino portogruarese «tutte le barche possono raggiungere la Dogana, anche quelle possono trasportare i turisti». Criticità per ora non sono state segnalate, per il Tagliamento, dall’amministrazione comunale di San Michele.
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