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Porto Marghera, lo scheletro trovato sulla rotatoria abbandonato da sette anni

Secondo i primi rilievi la decomposizione ossea farebbe risalire la morte a molto tempo fa. Tra le ipotesi, da non escludere una morte violenta

eugenio pendolini
2 minuti di lettura
Il cantiere dove sono emersi i resti umani 

Lo scheletro riemerso lunedì 30 gennaio sera potrebbe essere rimasto per sei-sette anni tra gli arbusti e le canne, in un’area verde ai margini della rotonda di via della Chimica, a ridosso dell’area industriale di Porto Marghera.

Queste le prime indicazioni a cui sono arrivati gli inquirenti che stanno indagando sul giallo scoperto dagli operai di un’impresa al lavoro per Veritas, impegnati nello sfalcio dell’area su richiesta del Comune. La prima indicazione sul tempo trascorso dal cadavere, ormai totalmente decomposto, è arrivata dall’analisi dello stato di conservazione e del modello delle scarpe ritrovate nell’area. Si tratta di scarpe tipo sneakers da ginnastica con la suola alta.

Apparentemente di un colore verde scuro che potrebbe essere però stato determinato anche dal contatto con il terreno. Una scarpa ancora al piede, una poco lontano. Ancora presto, però, per fare qualsiasi tipo di supposizione sulle cause della morte e sull’identità stessa del corpo. Ad oggi, infatti, non si sa ancora se si tratta di un uomo o di una donna motivo per cui gli investigatori predicano prudenza.

Saranno le analisi medico legali a cercare di individuare le cause del decesso, al momento sconosciute. I resti ritrovati sono quasi completamente ridotti a scheletro, tranne alcune parti del torace, trattenute da quel che resta di quel che sembra essere stata una maglietta: da questi pochi tessuti, la Polizia scientifica – che si occupa dei rilievi – cercherà di estrarre il Dna.

La pubblico ministero Federica Baccaglini disporrà nelle prossime ore gli accertamenti medico legali dopo aver ricevuto ieri il rapporto sul ritrovamento da parte della Polizia locale, la prima a giungere sul posto quando lunedì pomeriggio - poco dopo le 14 - gli operai di un’impresa al lavoro per Veritas, impegnati nello sfalcio dell’area su richiesta del Comune, si sono imbattuti nello scheletro.

Tante le ipotesi ancora aperte. L’unica certezza, al momento, è il luogo dove è stato ritrovato lo scheletro. n luogo impervio, non facilmente raggiungibile, anche se il corpo si sarebbe trovato lì da mesi, quando le piante potevano essere più basse. Una posizione che lascia così aperta anche all’ipotesi più oscura: ovvero che la morte di quella persona - della quale ancora non si conosce con certezza il sesso - possa essere stata di origine violenta o, comunque, che il corpo sia stato portato in auto nella strada vicina e poi nascosto tra le sterpaglie. Tra le ipotesi, c’è anche quella dell’incidente e dell’omissione di soccorso; oppure, considerando l’area in passato frequentata soprattutto da clienti di prostitute, che possa trattarsi di una donna le cui tracce si sono perse nel corso degli anni.

Saranno le analisi medico legali a cercare di individuare le cause del decesso, al momento sconosciute. Si partirà dalla ricerca del Dna e dalla banca dati delle persone scomparse, per cercare di risalire all’identità.

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