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Mestre, allerta arancio per smog: multe di 500 euro a chi accende falò privati. Ecco i panevin autorizzati nel Veneziano

Valori del Pm 10 sempre molto alti, il Comune vieta le accensioni di fuochi da parte di singoli ma salva le iniziative pubbliche

Marta Artico
Aggiornato 3 minuti di lettura

La qualità dell’aria non migliora, confermato il livello arancio e il Comune mette in guardia i residenti: «Si ai falò pubblici, no a quelli privati». La concentrazione di polveri sottili in atmosfera sul territorio del comune che si attua con 4 giorni consecutivi di superamento del valore limite consentito per il Pm10 che è di 50 μg/m3, non accenna a diminuire.

Smog alle stelle

E basta uscire di casa per rendersene conto. Precauzioni, per ora, non sono in programma. Fino al 6 gennaio, infatti, non sono previste limitazioni alla circolazione dei mezzi. Le auto, insomma, anche quelle più obsolete, possono girare regolarmente. La pioggia non è in programma e non appena smaltiti i botti di San Silvestro e inizio anno, c’è già chi sta accatastando legname per bruciare la vecchia, in città come nell’hinterland. Fatto che farà sicuramente schizzare nuovamente le concentrazioni di polveri alle stelle, impennando i valori del Pm10 e portandosi dietro strascichi di polemiche. Già iniziate. Il consigliere Michele Boato sbotta: «Smog alle stelle, ma l’orchestra del Titanic continua a suonare». E snocciola i dati: «A Mestre il 29 dicembre eravamo già al 53° sforamento del 2022. Nel 2021 erano stati 49, mentre dovrebbero essere al massimo 35 all’anno». All’attacco i consiglieri Pd Monica Sambo e Alessandro Baglioni: «L’emergenza si aggrava, soprattutto quest’anno, e l’amministrazione è inerte. Vanno evitati e vietati tutti i falò dei panevin, applicate ed estese alla laguna le misure anti smog, con particolare attenzione alle emissioni dei motori marini diesel: anche quest'anno durante la sessione di bilancio abbiamo presentato un emendamento su questo punto che però è stato respinto».

No ai falò privati

In previsione della festività dell’Epifania, ieri l’amministrazione comunale ha ricordato cosa si può e cosa è vietato proprio in materia di befane, falò, panevin e “piroea paroa”, come sono chiamati nel Veneziano. «Nei centri abitati del territorio comunale è vietato accendere ed alimentare fuochi bruciando sterpi, rifiuti di giardinaggio e ogni altro materiale». Per non danneggiare i vicini con le fiamme e il fumo. Non solo: «Nei centri abitati è vietato accendere artifici pirotecnici». No a botti, razzi, raudi e via dicendo. Infine il «divieto di effettuare qualsiasi tipologia di combustioni all’aperto – falò rituali, barbecue e fuochi d’artificio a scopo di intrattenimento –, fatte salve le iniziative pubbliche organizzate». I falò della befana pubblici in comune sono consentiti, ma non i fuochi artigianali accesi nei giardini privati.

Multe salate ai trasgressori

«I pochi – e unici – panevin realizzati saranno quelli già autorizzati da tempo dal Comune, come quello di Sant’Erasmo e della Gazzera, con una serie rigida di prescrizioni, in particolare che venga bruciata nel falò una quantità di materiale vegetale non superiore ai tre steri e che vi sia un adeguato presidio antincendio. Attraverso questa regolamentazione viene così mantenuta la tradizione, ma limitatamente ad alcune situazioni fortemente simboliche». Tutti gli altri “falò” – viene sottolineato – sono illegali e i promotori saranno puniti con una sanzione che dai 25 ai 500 euro.

La "pirola parola" di Noale

 

I panevin autorizzati

Ecco dove si tengono i principali falò dell’Epifania. Che in ogni luogo assumono una denominazione diversa: panevin, pirola parola, casere, foghere.

Si farà a Noale, il 6 gennaio, uno dei panevin tradizionali della provincia di Venezia, detto anche Pirola Parola. Nel Veneto orientale, la sera del 5 gennaio, la Casera più importante è quella sul fiume Lemene a Concordia Sagittaria. A Summaga di Portogruaro la Casera va in scena alle 20,30. Si accende la catasta sistemata accanto alla storica Abbazia.

A San Michele al Tagliamento accensione alle 18, a Bibione subito dopo la messa feriale. A Caorle, ufficializzata per ora la Casera sul mare a Santa Margherita, zona Camping comunale, attorno alle 17.30; mentre in entroterra alle 18 circa verrà accesa quella di Ca’ Cottoni.

Anche a Marghera, torna domenica il tradizionale panevin. Al parco Catene in via Trieste per la piroea paroea mercatini dell’usato e dell’antiquariato a partire dalle 10, poi dalle 15 degustazione di frittelle, mozzarelle, pinza e vin brulè. Il processo alla vecchia , con le ormai storiche rime dedicate all’andamento dell’anno passato e alle previsioni per il 2023 inizierà alle 17. 30, poi a seguire alle 17. 45 il gran falò e la distribuzione delle calze.

A San Stino di Livenza appuntamento alle 20 nell’area festeggiamenti nel retro della chiesetta in località Sette Sorelle con la “Vecchia on Fire”.

A Cavallino-Treporti l’accensione giovedì dei “Pavineri” e dei “Beroloni”, come sono chiamati i Pan e Vin a Cavallino-Treporti, potrà avvenire nei terreni privati solo previa comunicazione scritta che dovrà pervenire entro oggi alla Polizia locale. Il tutto per consentire la verifica della loro regolarità. I “pavineri” saranno accesi alle 18 in piazza S.M. Elisabetta a Cavallino e alle 19 presso l’area del Marina Fiorita di Ricevitoria. Torna il panevin anche a Venezia, con l’appuntamento del 6 gennaio a Malamocco, alle 18 in località Canadà (prato ex Luna Park). —

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