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Investitori arabi tra speranza e cautela per Superjet e il parco tecnologico Vega

Il Fondo Markab Capital interessato all’azienda di Tessera. Famiglie del Bahrein guardano a Porto Marghera

Francesco Furlan
2 minuti di lettura
Una protesta, la scorsa estate, dei lavoratori di Superjet International 

Investimenti arabi in città: un fondo degli Emirati Arabi Uniti sta trattando per entrare in Superjet mentre ci sarebbero alcune famiglie del Bahrein pronte a investire nel fondo israeliano interessato all’acquisto del Parco tecnologico Vega di Marghera. I primi incontri ci sono stati e le aspettative sono alte ma l’esperienza del grande centro commerciale Tom di Santa Maria di Sala suggerisce cautela e dimostra che non è tutto oro quel che luccica sotto il sole d’Arabia.

Il caso Superjet

Il caso del momento è Superjet International. L’azienda di Tessera, le cui attività sono congelate per via delle sanzioni alla Russia, è entrata nel mirino del fondo Markab Capital con sede a Dubai. L’intenzione del fondo, stando a quanto è emerso in questi giorni, sarebbe quella di acquistare la produzione degli aerei direttamente dai russi di Sukhoi, mantenendo la sede italiana per l’allestimento degli arei e la loro commercializzazione in Europa e in America Latina. L’intenzione del fondo sarebbe quindi quella di comprare il 49% delle quote che, poiché riconducibili a società russe, erano state poste sotto sequestro e affidate all’Agenzia del Demanio.

Gli ex proprietari del centro Tom di Santa Maria di Sala 

Proprio venerdì c’è stato un incontro tra i rappresentanti di Markab Capital e il Demanio. Il giorno precedente invece avevano incontrato il presidente della società, Vincenzo Capobianco, l’amministratore delegato Camillo Perfido e il manager Vittorio Guidotti, che detiene il 41% delle quote, mentre il rimanente 10% è nelle mani di Leonardo. Per il 19 dicembre è fissato un incontro tra la proprietà e i rappresentanti sindacali. «Che ci sia qualcuno pronto a investire è positivo», dice Michele Valentini della Fiom Cgil, «ma ci auguriamo di avere maggiore chiarezza sulle intenzioni del fondo e lo sviluppo industriale di Tessera».

Il parco tecnologico Vega

Sarebbero invece del Bahrein alcune delle famiglie pronte a investire nel fondo InnovarRe I creato dalla società di Conegliano Wealth Route per conto della società israeliana Truyoins Ventures. Il fondo InovvaRe I (dove Re sta per Real Estate) ha sede in Lussemburgo e ha incominciato la raccolta del capitale con investitori istituzionali tra i quali figurano anche alcuni investitori del Bahrein. L’obiettivo del fondo è raccogliere 40 milioni di euro per partecipare al bando per l’acquisto del Vega e trasformarlo in uno spazio dedicato a startup che si occupano di nano-tecnologia, biomedicale e biotech.

Missione Zls

Alla fine dello scorso marzo, Dubai è stata una delle tappe del roadshow di Confindustria Venezia e Rovigo per promuovere la Zona logistica semplificata di Porto Marghera. «L’interesse da parte degli investitori dell’area è stato molto alto», dice oggi Vincenzo Marinese, leader degli industriali veneziani, «ma dobbiamo continuare a lavorarci anche perché quando siamo stati a Dubai la Zls non era ancora operativa. Speriamo che si arrivi anche all’ultimo passaggio». Il riferimento è al finanziamento di 100-150 milioni necessario per il credito d’imposta atteso con la prossima legge di bilancio.

Il flop del centro Tom

Nei casi Superjet e Vega si mescolano speranza e cautela. A Santa Maria di Sala vennero stesi i tappeti rossi per l’emiro l’emiro Yousef Al Bahar, che presentava come imparentato con i reali di Dubai. Sbarcò nel 2016 per il rilancio dello storico centro commerciale e la promessa di una rivoluzione tecnologica: finì con 39 milioni di euro di debiti e il fallimento della Tom Village decretato dal Tribunale.

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