Mestre, il mercato coperto parla bengalese. Lascia la storica attività “Checchin”
Chiuso il banco della verdura. L’ex pescheria Galvani è passata di mano a due giovani del Bangladesh
Marta Artico
Il mercato coperto di Mestre, San Michele, cambia volto e parla sempre più bengalese. Da due giorni, chi era abituato a comperare la frutta e la verdura da Roberto, trova il banco chiuso. “Dal 1901 ditta Checchin al vostro servizio” si legge. E infatti, quella che era una delle postazioni storiche, ha lasciato dopo 121 anni. Le insegne, corrispondono oramai sempre meno alla tradizione delle famiglie che hanno tramando il mestiere.
Le motivazioni sono diverse, sta di fatto che uno dei due soci si trasferirà in Brasile. In tanti passano, chi non sapeva chiede, vede le saracinesche abbassate e si dispiace. Domanda in giro agli altri banchi. I clienti affezionati, invece, ne sono a conoscenza e in tantissimi hanno anche aperto una discussione “social”. Il titolare, ha raggiunto l’età della pensione, ma trovare qualcuno disposto a fare un mestiere tanto duro, oggi, è molto difficile. Bisogna svegliarsi all’alba, recarsi al mercato all’ingrosso, la concorrenza è spietata, specialmente quella straniera.
Al posto di Checchin, arriverà una gestione bengalese, che dovrebbe aprire a inizio anno. Tempo del passaggio di consegna, ma la vendita è già avvenuta, assicurano. E così la compagine bengalese che ha il monopolio dei banchi di frutta e verdura, diventa ancora più forte, tanto da sorpassare quella italiana. I mestrini oramai si recano normalmente nei banchi di frutta e di verdura gestiti da bengalesi.

I pesci siluro venduti dai bengalesi
Altra novità, riguarda il banco del pesce Galvani, che aveva chiuso a inizio anno, e che era passato a gestione cinese. Da qualche settimana, dietro il noto marchio che mantiene l’insegna, ci sono due giovani bengalesi, che parlano inglese (presto impareranno meglio l’italiano), oltre alla loro lingua madre: loro sono Shazzad Hossain e Omar Mohamed. E sono gentilissimi, spiegano i prodotti, precisano da dove vengono nel dettaglio.

I loro, clienti, sono prevalentemente della comunità, e lo stesso pesce incontra – spiegano – il gusto dei nostri connazionali. Ma in parecchi veneziani si avvicinano per dare un’occhiata ai prezzi, più convenienti rispetto agli altri, e alla qualità.
Sul bancone degli enormi pesci “siluro” provenienti dal Delta del Po, si legge nell’etichetta che chiarisce origine e provenienza. Pesci siluro che molti stranieri anche dell’Est mangiano, pesci gatto e un altro tipo di pesce che viene dalla Turchia e che i bengalesi preparano, fanno sapere. «I bengalesi oramai sono titolari di locali, a Mestre e a Venezia, hanno moltissimi banchi della frutta, market, alimentari, ma fanno diversi tipi di lavori, non solo a Porto Marghera. Pertanto come si vede, sono non solo integrati nella società, ma rappresentano una forza lavoro e sociale non indifferente».
I commenti dei lettori