Guida Michelin, a Venezia Zanze XVI perde la stella, ecco i migliori otto
I risultati dell’ultima edizione non vedono promozioni. Ma ci sono anche quelli premiati per la “piacevole esperienza”
Alessandro Ragazzo
La batteria e gli chef di "Zanze XVI" ai Tolentini, il giorno dell'inaugurazione
In otto restano in sella, uno scende dalla giostra delle stelle Michelin, con l’obiettivo di tornarci appena possibile. Ma la ristorazione di Venezia e provincia resta di alto livello, si conferma ai vertici del Veneto.
Manca la terza stella, nella speranza che qualcuno ci arrivi il prima possibile, chissà magari già dal prossimo anno.
Chi resta e chi va
Così i migliori locali (ma sempre secondo i gusti della guida Michelin) restano Antica Osteria Cera e Glam Enrico Bartolini con due stelle, mentre con una troviamo, tra Venezia e Isole, in Local, il Wisteria, Oro Restaurant, Quadri e Venissa, mentre in provincia troviamo ancora saldo Ristorante San Martino di Rio San Martino di Scorzè di Raffaele Ros.
Fuori, ed è una sorpresa, Zanze XVI di Venezia, lo scorso anno entrato in guida con una stella, tolta dodici mesi più tardi. E l’anno scorso era uscito un altro storico stellato del centro storico: Il Ridotto.
Venissa, inoltre, conferma la stella Verde, che premia quei ristoranti impegnati in una cucina sostenibile. Metodo, filosofia, stagionalità sono alcuni degli aspetti da tener conto.
La situazione generale
Con un numero di 385 stelle, la guida Michelin 2023 mostra un nuovo record della gastronomia italiana, uno dei vanti del nostro paese. Quest’anno più che mai, ci sono ancora tanti giovani chef premiati con le stelle, venti hanno meno di 35 anni e un numero elevato di nuove stelle, 40, con dentro anche delle piccole località di provincia.
Fra i tristellati entra Antonino Cannavacciuolo con Villa Crespi, nel Novarese. Tra i big ancora Massimo Bottura (Osteria Francescana a Modena) e Massimiliano Alajmo (Le Calandre a Rubano, Padova) e Mauro Uliassi a Senigallia, nelle Marche.
Se la stella è inoltre assegnata ogni anno, ai ristoranti migliori della penisola, in qualche caso il cambio dello chef conferma la qualità di imprenditori e nuovi talenti in cucina. Parliamo del San Giorgio e del Nove in Liguria, dei ristoranti veneziani Oro Restaurant, Local, e Wistèria, il Castello di Fighine in Toscana (sempre sotto l’ala di Heinz Beck), Il Refettorio e Il Faro di Capo d’Orso Andrea Aprea in Campania, Gusto by Claudio Sadler in Sardegna e a Torino, Carignano e Spazio 7.
Ai vertici
Sono loro, Lionello Cera ed Enrico Bartolini, a essere ancora i numeri uno della provincia di Venezia. Entrambi con due stelle, la guida non usa mezzi termini e definisce Cera come «Uno dei punti di riferimento più celebrati da chi ama la cucina di mare in Italia. L'ampia carta snocciola una serie di proposte dove si alternano i piatti storici di questo locale elegante, moderno e minimalista (nulla a che vedere con un’osteria) e quelli più moderni nati stagione dopo stagione».
Mentre per Bartolini «In ogni portata si evidenziano sapori intensi, che si rincorrono e mescolano armoniosamente, un istinto naturale “domato” da tenacia e passione. Ormai, un riferimento non solo per il panorama cittadino».
Ma pure Bib gourmand
All’interno della guida, ci sono pure dei locali contrassegnati da una faccina sorridente dell’Omino Michelin che si lecca i baffi. Indica un ristorante che proprne una piacevole esperienza gastronomica. Fra questi ci sono Da Flavio e Fabrizio “Al Teatro” a Mirano, Il Sogno a Vetrego, Da Paeto a Pianiga.
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