Cancellato il murale di Falcone a Campolongo: centrosinistra contro il sindaco
Era stato realizzato nella villa dell’ex boss della Mafia del Brenta, Felice Maniero. I consiglieri «Poco rispetto». Il Comune «Deteriorato a causa del maltempo»
Alessandro Abbadir
Il Comune di Campolongo Maggiore cancella con una passata di pittura bianca un murales realizzato dai ragazzi dei campi della legalità nel “Giardino della legalità” dell’ex villa del boss della mafia del Brenta Felice Maniero, ora sede delle associazioni: scoppia la polemica. Il murales era stato fatto qualche anno fa. Il messaggio con il volto dell’ex giudice Giovanni Falcone era chiaro «Gli uomini passano le idee restano. Restano le loro tensioni morali che continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini».
Ad andare all’attacco nei giorni scorsi sono i consigliere di opposizione di centrosinistra del gruppo Campolongo Migliore. «Senza nessun rispetto con una passata di bianco è stato cancellato un murales dedicato a Giovanni Falcone e a una sua famosa frase di speranza» dichiarano i consiglieri comunali di “Campolongo Migliore” Elena Casalicchio, Marika Donola e Stefano Molena. «Sono stati cancellati i murales dei ragazzi dei “campi della legalità”, un progetto di rilievo nazionale collegato a diverse associazioni locali e nazionali, parrocchie, sindacati e scuole che vedeva centinaia di giovani partecipare a una settimana di esperienze educatrici e formative sulla promozione della legalità».

«Il sindaco ha poco da giustificarsi che c’era bisogno di fare manutenzione e che il muro sarà a disposizione per altre opere artistiche. Quello che ha fatto fare è uno sfregio al ricordo di un uomo simbolo che ha dato la vita per la giustizia per il nostro paese e ancor più grave va ricordato che il murales era all’interno del luogo simbolo della mafia del Brenta, ex villa Maniero».
«A nostro avviso» spiegano le opposizioni «anche con questa azione si vuole in qualche modo far dimenticare, per rivalsa politica, un’esperienza positiva che le precedenti amministrazioni di centrosinistra avevano portato il nostro Comune alle cronache nazionali come simbolo del riscatto sociale».
«Negli ultimi anni» concludono i consiglieri «abbiamo visto un triste declino della struttura confiscata alla mafia del Brenta, da esempio di rivalsa del territorio con la nascita di un centro incubatore di imprese giovanili, alla creazione del “Giardino della Legalità con il contributo fattivo della Regione Veneto e luogo d’incontro di approfondimento per studenti per finire ad oggi con un uso poco inclusivo e partecipato dei locali, salvo la possibilità di ospitare rifugiati della guerra in Ucraina e lo sportello consulenza a favore delle donne coinvolte in situazioni di violenza».
Una risposta arriva dal sindaco Mattia Gastaldi e dall’assessore Katia Toson. «Purtroppo i murales erano deteriorati a causa del tempo e delle intemperie Abbiamo quindi semplicemente riqualificato l’area e siamo sempre disponibili ad ospitarne di nuovi e ad accogliere nuovi progetti».
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