Femminicidio, lutto cittadino a Spinea per Lilia
Bandiere a mezz’asta davanti al municipio. Alle 10, un minuto di silenzio e raccoglimento per i dipendenti degli uffici comunali
Rubina Bon
Bandiere a mezz'asta davanti al municipio (fotoservizio Paolo Zaffaina)
E’ il giorno dell’ultimo saluto in Italia a Lilia Patrinjel, la quarantenne moldava, con passaporto romeno, residente a Spinea, massacrata a coltellate dal compagno Alexandru Ianosi Andreeva Dimitrova nel loro appartamento, mentre il figlioletto dormiva. E, come annunciato, la sindaca di Spinea Martina Vesnaver ha indetto il lutto cittadino dalle 8.30 alle 11.30, in concomitanza con la camera ardente allestita all’obitorio dell’ospedale di Mestre.
Attorno al feretro, un prete ortodosso che ha benedetto la salma, la sindaca Vesnaver e alcuni amici e conoscenti di Lilia.
A Spinea, intanto, bandiere a mezz’asta davanti al municipio. Alle 10, un minuto di silenzio e raccoglimento per i dipendenti degli uffici comunali. Prossimamente, poi, il Comune ha annunciato di voler organizzare eventi per sensibilizzare sul tema della violenza di genere.
Intanto nei prossimi giorni, forse già nel fine settimana, concluse le pratiche per il trasporto all’estero della salma, il feretro di Lilia partirà verso la Moldavia, dove riposerà. Quanto alle indagini sul femminicidio, mercoledì l’omicida è stato dimesso dall’ospedale dopo che era stato ricoverato con un manico di scopa conficcato nell’occhio. Motivo per cui era stato operato d’urgenza all’Angelo e poi ricoverato in Rianimazione. Le sue condizioni sono nettamente migliorate e quindi è tornato in carcere a Santa Maria Maggiore.
Resta da chiarire cosa sia successo in cella: Alexandru ai suoi legali ha detto di essersi fatto male da solo, ma c’è il sospetto che possa essere stato un “regolamento di conti” tra carcerati che non ammettono violenze su donne e bambini. Rispetto al movente, l'omicida avrebbe riferito che, quando ha accoltellato Lilia, stava discutendo con lei non per ragioni di gelosia, ma per i figli.
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