I titolari del Kalispera di Dolo sconfiggono l’Agenzie delle Entrate: non c’è stata evasione fiscale
La vicenda era iniziata nel 2013 in seguito agli avvisi di accertamento relativi ad Irpef, Irap e Iva 2007 da parte di tre funzionari dell’Agenzia che avevano contestato ai Furlan ed alla loro società “Le Monde” maggiori redditi per 600.000 euro rispetto al dichiarato

Mauro Furlan e il fratello Massimo non hanno evaso le tasse sui redditi del 2007. A quasi nove anni dall’accertamento di oltre 600.000 euro di presunti redditi non dichiarati e dopo sette anni dalla sentenza della Commissione tributaria regionale che aveva annullato l’accertamento, la Cassazione ha confermato l’annullamento, rigettando il ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate.
«Ed ora chiederemo il risarcimento dei danni, che sarà milionario, nei confronti dei funzionari dell’Agenzia», annuncia l’avvocato Federico Veneri che ha tutelato i fratelli Furlan, titolari dei locali “Il Pioniere” a Borgoricco e “Kalispera” a Dolo.
La vicenda era iniziata nel 2013 in seguito agli avvisi di accertamento relativi ad Irpef, Irap e Iva 2007 da parte di tre funzionari dell’Agenzia che avevano contestato ai Furlan ed alla loro società “Le Monde” maggiori redditi per 600.000 euro rispetto al dichiarato. Mauro Furlan aveva cercato di spiegare che i criteri di calcolo adottati dagli accertatori erano palesemente errati.
«Secondo le loro presunzioni di reddito, avrei prodotto e venduto circa 100 pizze al giorno in più nell’anno. Un numero fuori dalla realtà, derivato dal conteggio delle pizze calcolato partendo dalle fatture di acquisto della farina e dal peso di ogni pallina di pasta. Avevo spiegato che, al limite, sarebbe stata la mozzarella ad essere più indicativa. La farina viene utilizzata per altri numerosi nostri prodotti, ma i funzionari erano stati inflessibili», ricordava allora il titolare dei due locali.
Da lì i ricorsi alla Commissione tributaria provinciale di Padova con un primo parziale positivo e poi alla Commissione regionale che annullò gli accertamenti. Contro tale sentenza, l’Agenzia delle Entrate aveva presentato ricorso in Cassazione, che è stato rigettato.
«Abbiamo scelto una strategia nuova, ossia quella di mettere sotto accertamento gli stessi accertatori che dovranno rispondere, anche direttamente, di loro eventuali errori», conclude l’avvocato Veneri, «L’azione giudiziaria ha acclarato errori e responsabilità degli accertatori del Fisco».
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