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Miami Beach “studia” il caso Venezia. «Congestione turistica, effetti deleteri»

La visita di Alex Fernandez, vicesindaco della città della Florida, ai rappresentanti della Municipalità: «Regole più strette»

eugenio pendolini
2 minuti di lettura

VENEZIA. Hanno 90 mila abitanti l’una e 80 mila abitanti l’altra (isole di Lido e Pellestrina comprese). Sia a Miami Beach che a Venezia arrivano le crociere, c’è una laguna, e il numero di residenti è in calo a fronte di una progressiva crescita di alberghi e negozi ad uso e consumo del turismo. Già, il turismo che a quanto pare rappresenta per entrambe le realtà la prima economia ma al tempo stesso la causa di una trasformazione della città.

Ed ecco allora che nei giorni scorsi, proprio per vedere da vicino e toccare con mano l’impatto del turismo sulla società, a Venezia è arrivato in visita il vicesindaco di Miami Beach, Alex Fernandez. Quella di Miami Beach è una delle Municipalità che compongono la città di Miami. Venerdì sera, Fernandez ha incontrato i suoi omologhi della Municipalità di Venezia: il vicepresidente dell’esecutivo Franco Schenkel e Enrico Vianello, con le deleghe all’urbanistica.

Un confronto durato qualche ora dove sono state affrontate le analogie e le diversità tra due realtà così distinte e però accomunate dallo stesso sviluppo del fenomeno turistico.

«È molto interessante vedere il sorprendente numero di turisti in giro per Venezia, tra le calli e verso le isole», spiega Fernandez, «ma il problema è che c’è una vera e propria congestione. Bellissimo vedere così tante persone, ma questo è overtourism, un’altra cosa. È stato interessante parlare con gli esponenti della Municipalità sugli effetti di questi fenomeni. È un qualcosa di simile a quello che succede da noi, il che ha effetti sia sull’offerta commerciale della città sia sul mercato immobiliare per i residenti, che diventa sempre più chiuso e di difficile accesso. Il turismo è buono, lo amiamo. Ma non ci piace l’overtourism. Quando vedi che gli appartamenti dove abitavano famiglie diventano degli hotel, o che gli uffici che venivano utilizzati per il lavoro diventano dei bar, allora capisci che qualcosa non sta andando per il verso giusto. Questo spinge i residenti permanenti via dalla città, il che è negativo sulle dinamiche cittadine. Il bilanciamento tra queste due cose è fondamentale. Venezia rispetto a Miami Beach è diversa ma per alcuni versi simili. Qui c’è la Biennale, che attrae turismo culturale, il che avviene anche da noi con importanti appuntamenti culturali. Così come anche noi abbiamo i viaggiatori delle crociere. Non vogliamo gente che costruisca hotel e basta, dobbiamo invertire il trend. Ci stiamo provando, con dei provvedimenti ad hoc».

Alcune di queste regole restrittive a Miami Beach riguardano ad esempio la realizzazione di nuovi alberghi: ogni metro quadro di nuova costruzione deve corrispondere ad altrettanti uffici e case per residenti. Nell’incontro non è stato approfondito il nuovo ticket d’ingresso che diventerà obbligatorio per i visitatori di giornata a Venezia dal 2023. «Riteniamo però che servano regole più strette per le piattaforme online di affittanze turistiche», conclude il vicesindaco di Miami Beach, «se vogliamo invertire il trend è questo il momento. Trovo molto interessante ad esempio un progetto come Venywhere per portare qui lavoratori fuorisede».

Uno scambio di idee e punti di vista proficuo, spiega Enrico Vianello della Municipalità di Venezia, Murano e Burano: «Non è solo overtourism a legare le due realtà, ma è anche il tema del climate change e le conseguenze che può avere sul territorio. Certo, una grande differenza rispetto alla municipalità di Miami Beach è che qui agli organi territoriali come il nostro sono state tolte le deleghe, il che fa grande differenza».

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