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Mestre, vertice di assessori sul degrado: «La mensa dei poveri va spostata»

Deciso il potenziamento dei controlli e l’aumento degli investimenti sociali. La convivenza tra residenti e carità è il nodo

Mitia Chiarin
2 minuti di lettura
La coda quotidiana davanti alla mensa della San Vincenzo, a Mestre 

MESTRE. Un piano con tre linee di intervento da rafforzare immediatamente su decoro, sicurezza urbana, rispetto di regole e norme. E un percorso, più lungo, per arrivare a trovare una soluzione alla presenza in pieno centro, tra i palazzi e la biblioteca civica, di una mensa per poveri.

Si parte da nuove regole per il controllo di accessi e presenze nell’area esterna di Ca’ Letizia, la mensa della San Vincenzo, e intanto trattare, e studiare, con Curia e Caritas se è fattibile uno spostamento in uno spazio dove sia possibile conciliare meglio la doverosa azione di carità verso gli ultimi e la convivenza con i residenti. È questo l’esito del vertice tra assessori comunali che ha visto confrontarsi Simone Venturini (Coesione Sociale), Elisabetta Pesce (Sicurezza), Francesca Zaccariotto (Lavori pubblici) e Paola Mar (Patrimonio). Dopo tante ricette diverse, è il tempo della sintonia.

«Tre le linee di azione che abbiamo individuato. Rafforzamento delle azioni di polizia urbana e degli interventi sociali che vi ricordo non sono mai mancati o calati», spiega Simone Venturini. «Una azione che mira ad offrire percorsi e spazi per uscire dalla marginalità e a quelli che invece pensano di bivaccare senza regole si deve ribadire che il decoro della città va rispettato. Poi interventi sull’arredo urbano, già in corso, dalla zona di Piazza Ferretto fino a piazzale Concordia a Marghera, per eliminare punti ciechi e migliorare la situazione generale. E ancora, un rafforzamento dei controlli commerciali sul rispetto di norme igieniche».

E poi il tema di Ca’ Letizia. Venturini è cauto sullo spostamento: «Occorre tornare a dialogare per lavorare su nuove modalità di accesso in una struttura che ha visto cambiare il target di utenza e per farlo c’è bisogno sicuramente del nostro aiuto». Paola Mar si occuperà di sondare eventuali spazi vuoti dell’amministrazione disponibili per un eventuale spostamento in futuro.

«Questione tutt’altro che facile e immediata. Ricordo le difficoltà di anni orsono con la ipotesi di spostamento alla Cipressina in una proprietà della stessa Curia. Anche lì si era in mezzo alle case. Mi è stata chiesta una ricognizione anche su strutture come ex palestre e collaboro volentieri», spiega l’assessora al Patrimonio. Francesca Zaccariotto che aveva pubblicamente sollecitato il trasferimento si dice soddisfatta dall’esito della riunione con i colleghi di centrodestra. «Non si tratta di una scelta attuabile subito ma serve un percorso su cui siamo tutti d’accordo. Vanno trovare soluzioni che consentano la meritevole attività e il rispetto di chi abita nella zona».

Nuove regole, spiega l’assessora di Fdi, sono necessarie, come il divieto al cibo consumato all’esterno della mensa. E nel caso del rafforzamento dei controlli, anche sul commercio etnico, spiega, «dovranno venire in aiuto specifiche ordinanze firmate dal sindaco».

Elisabetta Pesce, assessore leghista alla sicurezza, ricorda che i controlli della polizia locale non sono mai mancati e invita anche a non vedere il degrado ovunque a Mestre. «Una questione è l’azione, che abbiamo ulteriormente rafforzato, per intervenire sull’emergenza spaccio. Un intervento, non nascondo, impegnativo. Ma ho girato anche di notte tra via Palazzo e via Poerio e sul fronte del decoro urbano le problematiche sono decisamente minori e mi pare si abusi del termine degrado. Tempo pochi giorni e proseguiremo l’eliminazione delle vecchie edicole; dopo quella di via Poerio, già smantellata, si agirà su quella di via Cappuccina. Per la cabina foto davanti al distretto, invece, (utilizzata per drogarsi, come ha denunciato il nostro giornale, ndr) il percorso è più lungo in presenza di una regolare occupazione di suolo pubblico ma anche lì intendiamo agire. Altra questione è quella della mensa di Ca’ Letizia», dice. Ma ribadisce. «Ci siamo confrontati e abbiamo ribadito che lavoriamo tutti assieme perché ci teniamo tutti a Mestre, senza differenze tra noi». Il collega Costalonga, non invitato, intanto raccoglieva la protesta dei commercianti.

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