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Jesolo, cento giovani “bannati” dal Vanilla Club grazie a un’app. Ecco come funziona

Comportamenti non adeguati, i clienti non graditi non potranno più registrarsi attraverso lo smartphone per entrare

giovanni cagnassi
2 minuti di lettura

JESOLO.  Un centinaio di giovani non potrà più entrare in discoteca al Vanilla Club di via Buonarroti al lido di Jesolo. Per loro, l’applicazione del telefonino che consente di entrare non funziona più: sono “bannati” dal locale, ossia allontanati. Questo perché sono stati ritenuti responsabili di comportamenti non adeguati, quali ad esempio dare spintoni o infastidire la clientela magari sotto l’effetto di qualche drink di troppo, ma anche di tentativi malriusciti di aggirare i controlli effettuati attraverso la app.

Nell’era delle risse e delle aggressioni, Luciano Pareschi, proprietario di Vanilla e anche dell’attiguo parco a tema acquatico Caribe Bay, ha scelto la soluzione più drastica. Una app sul telefonino, che si chiama Vanilla App, attraverso la quale i clienti del locale sono obbligati a registrarsi prima di entrare lasciando nome, cognome, numero telefonico, luogo di nascita e residenza.

La app, una volta compilato il form, fornisce un codice OTP per l’accesso e un QrCode che si aggiorna ogni 40 secondi. All’ingresso viene controllata la registrazione dagli addetti alla sicurezza. Alla prima registrazione l’operazione è macchinosa, poi il sistema è molto più fluido e veloce. Ecco risolta una grande parte dei problemi legati alla sicurezza nei locale della notte. La selezione digitale ha funzionato perché al Vanilla, da quando è stata introdotta a metà giugno, non ci sono stati più problemi e disordini.

A ciò si aggiungono le telecamere che controllano tutti gli ingressi e l’interno e che in grado di riconoscere il viso di ogni ospite con riprese molto precise e ingrandimenti in caso di necessità. «Era il solo modo per affrontare la stagione senza rischi», spiega soddisfatto Luciano Pareschi, che in passato aveva dovuto affrontare molti problemi a causa di scalmanati e scapestrati che menavano cazzotti solo per il gusti di farlo, uno di questi proprio la notte di Ferragosto di alcuni anni fa, «Ci siamo riusciti, la prova è stata superata. Chi delinque o chi ha cattive intenzioni non vuole essere riconosciuto, tanto meno registrato. E questa è la prima selezione che chiamerei psicologica. Poi c’è la registrazione che è entrata a pieno regime ed i tempi si sono velocizzati».

Ci sono anche altre novità nel locale, come il divieto di ingresso per i minori e l’abolizione delle drink card che furono la prima innovazione di Pareschi ai tempi del Cuba Libre dove l’ingresso era libero e senza obbligo di consumare. Ora si ordina e paga attraverso il telefonino che registra le consumazioni. Nessuno può fare screenshot dell’applicazione o scambiare il telefonino perché tutto è registrato, un po’ come nelle app utilizzate dagli istituti bancari per il conto corrente on line.

«L’applicazione consente anche di ordinare da bere sempre attraverso il telefonino», aggiunge Pareschi, «Il tutto nell’ottica dell’ingresso senza consumazione obbligatoria che era stato introdotto ancora ai tempi del Cuba Libre. In questo modo abbiamo allontanato anche spacciatori e delinquenti che rubano o infastidiscono la gente: in discoteca si viene per divertirsi e non per rischiare di rovinare una bella serata». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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