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Limite 30 all’ora a Mestre ma Boraso avvisa: «Prima le multe con il telelaser»

L’assessore annuncia il pugno duro contro l’alta velocità. «Da settembre via ai controlli sulle strade urbane»

Mitia Chiarin
2 minuti di lettura

MESTRE. Nel Pums, piano urbano della mobilità del Comune di Venezia, lo si ripete più volte tra gli obiettivi da realizzare entro il 2030. Le zone 30, assieme alle zone pedonali e alle corsie ciclabili, sono fondamentali per ridurre l’impatto del traffico sulla città, riconsegnando spazi ai cittadini da vivere in altro modo, con inquinamento ridotto, sicurezza in termini di movimenti e spostamenti da casa a scuola e da casa ai luoghi di lavoro o di vita.

«Ci stiamo lavorando e ci arriveremo ma prima serve altro», dice l’assessore alla mobilità Renato Boraso, che sta preparando per settembre una campagna di “tolleranza zero” verso chi pigia sull’acceleratore nelle strade urbane. Evidentemente la città va preparata al cambiamento, previsto dalla fase operativa del Pums 2030 comunale e metropolitano.

Una zona 30 è un'area della rete stradale urbana dove il limite di velocità è di 30 chilometri orari invece dei consueti 50 previsti dal codice stradale in ambito urbano. «La minore velocità consentita permette una migliore convivenza tra auto, biciclette e pedoni», dicono gli esperti. A fianco di una zona 30, di solito residenziale, vanno sempre garantite strade percorribili con il limite di velocità sia di 50 chilometri orari.

Ma a Mestre, allarga le braccia indispettito l’assessore Boraso, non siamo mica pronti: «Dissuasori e rialzi agli attraversamenti pedonali, nuove rotatorie, la presenza di segnalatori di velocità paiono servire a poco se si ripetono le segnalazioni di auto che passano a velocità elevate».

«La gente evidentemente dopo l’esperienza del Covid ha accumulato aggressività che sfoga al volante. E allora da settembre, con l’aiuto ovviamente della polizia locale, che ringrazio, porteremo il telelaser in zona urbana. Da Favaro a Campalto, da Asseggiano a Marghera, le pattuglie si posizioneranno per campagne di controllo a sorpresa e sanzionare chi corre oltre i limiti di velocità. Assumere questo tipo di provvedimento potrà non risultare simpatico ma è invece necessario per garantire la sicurezza di tutti», dice l’assessore.

«Noi partiamo da qui», ripete. Non si tratta solo di ridurre l’incidentalità e il numero di sinistri delle strade di Mestre. Al primo posto, secondo gli ultimi dati 2021, c’è via Miranese, il lungo collegamento da Spinea a Mestre, intervallato da laterali e che da settembre, con la riapertura delle scuole, si trasforma nelle ore di punta in un serpentone di auto in colonna. Nella classifica 2021 seguivano il Terraglio (35 incidenti nel 2021), Corso del Popolo (33) e via Castellana (32).

Tutte zone densamente abitate. Ma non ci sono solo gli incidenti: aumenta il conflitto tra automobilisti, ciclisti e pedoni. Lo si vede in via Circonvallazione che ha visto ridotte le corsie di marcia per favorire una ampia pista ciclabile e dove la convivenza non appare facile, per il nervosismo di molti allo stare in coda dietro il bus fermo alla fermata o per far passare un pedone.

Ma occorre in centro città, vista, anche, la mancata riforma delle Ztl – zone a traffico limitato – e la mancata attivazione di corsie riservate a tram e trasporto pubblico, intervenire con misure sanzionatorie, evidentemente.

Nel frattempo, in silenzio, l’ufficio Mobilità continua a realizzare asfalti colorati di arancione, rallentatori, dossi, rialzi agli incroci, nuove rotatorie (come quelle in via di realizzaione in questi giorni in via Forte Marghera) e isole spartitraffico.

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