Jesolo, in centro come in spiaggia in bikini e costumi. Ecco le immagini che fanno arrabbiare i residenti
Il litorale invaso dai turisti. Caorle ed Eraclea hanno già emanato delle ordinanze per garantire il decoro urbano sulle strade cittadine
Giovanni Cagnassi
JESOLO. Località di mare vietate a chi passeggia in costume, almeno nei centri abitati. In spiaggia ormai non ci sono quasi più censure e basta un filo come costume – anche se non è raro vedere donne islamiche in burqini, costume intero femminile – ma gli operatori invocano un maggiore decoro nei centri abitati e nei ristoranti. Tutti sono d’accordo, da Bibione a Cavallino-Treporti, fino a Chioggia.
Ma l’ondata di trasgressioni estive si è già tradotta in una stretta severa, che prevedono sanzioni fino a 500 euro. Il primo Comune ad adottare l’ordinanza sul decoro è stato Caorle, seguito da Eraclea. Manca all’appello Jesolo, dove il sindaco non ha adottato provvedimenti, ma ci pensano i titolari di bar e ristoranti a riprendere chi desidera entrare in costume o a torso nudo.

Alla “Corte dei Baroni”, enoteca letteraria in via Ugo Foscolo, il titolare Roberto Dal Cin si è dotato di t-shirt pronte per chi volesse entrare in costume. Dal Cin è stato protagonista anche su “La Vita in Diretta” di Raiuno, con un servizio di Ivan Bacchi. Chi desidera entrare in costume – uomo o donna – è invitato a indossare la propria maglietta o, se fosse sprovvisto, quella offerta dal locale.
Comunque, quest’estate Jesolo non avrà ordinanze, mantenendo una certa elasticità. Altri sono i problemi delle forze di polizia, non sarà certo un perizoma a bloccare la città più mondana del litorale.
Il sindaco di Caorle, Marco Sarto, è invece soddisfatto dell’ordinanza. «Ormai la situazione era fuori controllo», spiega, «avevamo turisti in costume da bagno che passeggiavano in centro storico in boxer, se non peggio. Qualcuno pretendeva entrare addirittura in chiesa. Allora abbiamo pensato a una stretta». E già la polizia locale è intervenuta in una decina di casi.

Eraclea, con la sindaca Nadia Zanchin, è stata la seconda a emanare l’ordinanza. «Sono stati gli stessi operatori del turismo a chiedercelo», precisa, «perché ormai si vedeva di tutto. Allora siamo corsi ai ripari. In spiaggia si va con il costume e ci si può “lasciare andare” per prendere il sole, ma non nella località in cui ci sono anziani, famiglie e bambini».
Eraclea Mare ha anche una spiaggia naturista, ma sulla quale ha giurisdizione Jesolo. «In questo caso», conclude, «i naturisti sono in una zona lontana e isolata, non hanno mai dato problemi nella località e quindi è un discorso a parte».
Se a Jesolo lido, come Eraclea e Caorle, sono tutti d’accordo, albergatori, ristoratori, commercianti, anche i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, la sola voce contraria è quella del consigliere di minoranza di Eraclea, Danilo Biondi: «Negli anni ’50 e ’60, ben più casti di oggi, questi problemi non esistevano. C’erano le minigonne davvero mini, i bikini. Non si creava scandalo. Brutto segno, quello di voler coprire oltremodo il corpo».
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